L’ex Cav scettico sulle primarie. Si apre capitolo delle alleanze

ROMA – Una giornata di riunioni no stop per Silvio Berlusconi impegnato, al momento senza risultati, a cercare di abbassare la tensione dentro il partito. Dopo il comitato di presidenza fiume, proseguito con un vertice la sera e una nuova girandola di incontri a palazzo Grazioli, la situazione resta al punto di partenza. La leadership del Cavaliere non viene messa in discussione da nessuno, ma è su un punto preciso che non si riesce a trovare un’intesa: come ricostruire il partito.

L’oggetto del contendere continua ad essere la proposta di Raffaele Fitto (il cui nome era segnato nella lista ‘ospiti’ della portineria di Grazioli) di tenere primarie a tutti i livelli (escluse quelle per la leadership del partito fino a quando c’è Berlusconi). Un’idea che lascia scettico l’ex premier, non convince il fedelissimo Denis Verdini ed è bocciata in pieno dal cosiddetto cerchio magico che avrebbe convinto il Cavaliere a convocare un vertice ‘ristretto’ dopo l’ufficio di presidenza per stoppare sul nascere l’idea ‘primarie’. Una riunione in cui sotto accusa è stato messo proprio il deputato pugliese e la sua proposta mirata a mettere in discussione – come sostenuto dai fedelissimi – la stessa leadership di Berlusconi:

– Ad uscirne indebolita sarebbe la tua immagine – è stato il ragionamento fatto – se dai il via libera alle primarie.

La decisione è stata dunque congelata, ma il Cavaliere avrebbe provato a convincere Fitto a lasciar perdere la strada della consultazione popolare a tutti i livelli. Un pressing però che non avrebbe ottenuto l’effetto sperato. Anzi, nei prossimi giorni, è il messaggio recapitato dai deputati vicini Fitto, l’ex ministro ha intenzione di tornare alla carica con la richiesta. Senza mollare di un millimetro.

A sbrogliare la matassa sarà dunque l’ufficio di presidenza che si terrà dopo i ballottaggi dove i numeri giocano a favore di Berlusconi. E’ pur vero però – spiegano in diversi – che arrivare ad una conta, alla luce anche della debacle elettorale, non conviene a nessuno anche se l’ex premier ormai ha capito che tra i dirigenti azzurri il malumore non viene più celato.

Il problema di fatto resterebbe sempre il solito e cioè l’impossibilità per molti di poter avere un filo diretto con il ‘capo’ a causa del ‘cordone sanitario’ estesogli attorno dai fedelissimi. La tensione resta dunque alta senza che al momento si trovi una via d’uscita. Una situazione che irrita molto il Cavaliere che avrebbe invece preferito dedicarsi al dialogo con gli ex alleati. Raccontano che l’altra sera siano stati i suoi uomini a sconsigliargli di partecipare alla conferenza stampa con Salvini sui referendum.

– La lega – è stato il ragionamento – non solo si è appropriata di nostri temi ma ha intenzione di fare un’intesa con la Le Pen.

Insomma, va bene riallacciare il dialogo ed appoggiare le proposte, ma fino a quando non si definiscono le caselle sulle nomine in Europa è meglio evitare scivoloni che potrebbero essere usati contro una Forza Italia già in difficoltà. I contatti con il Carroccio comunque rimangono (Berlusconi e Salvini si sono sentiti al telefono) ed entrambi i partiti non chiudono la porta alla possibilità di tornare a tutti gli effetti alleati.

Yasmin Inangiray

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