Btp Italia brucia record Europa, la raccolta supera i 22 mld

ROMA. – Risultato stellare per il Btp Italia. La raccolta ha raggiunto in soli due giorni di collocamento un record assoluto chiudendo a 22,3 miliardi di euro. E’ un massimo storico non solo per il Tesoro italiano che ha superato il precedente top di 18 miliardi incassati lo scorso ottobre in quattro giorni di offerta, ma in tutto il Vecchio Continente. A fare il calcolo è Borsa Italiana che parla di “record assoluto in Europa per un collocamento diretto sul pubblico retail e record storico per contratti e controvalore in una singola giornata (il 5 novembre) sul Mot”. Un successo annunciato dopo che ieri, per l’appunto, si era visto il sorprendente boom di ordini fino a quota 16,8 miliardi per la quinta emissione del Btp Italia (scadenza novembre 2017). L’exploit testimonia quanto l’interesse per il titolo indirizzato ai piccoli risparmiatori sia cresciuto – di pari passo al ridimensionarsi del rischio default e alla maggiore affidabilità percepita – soprattutto se si pensa al flop di neanche un anno e mezzo fa. Nel collocamento di giugno 2012 (seconda emissione del Btp Italia) le sottoscrizioni del primo giorno si fermarono a 218 milioni per poi raccogliere in tutto appena 1,74 miliardi. Eppure all’epoca il tasso annuo minimo garantito era del 3,55%, mentre oggi il titolo offre una cedola del 2,15%. Il Btp Italia si conferma così un’ottima opportunità di funding per il Tesoro. E ora Chiara Cremonesi di Unicredit vede la possibilità di una riduzione degli importi nelle aste di novembre e anche la cancellazione dei collocamenti di Btp a dicembre, con il conseguente raffreddamento dei tassi sui titoli nazionali. Certo, nella corsa al Btp Italia molto si deve alla prospettiva di una discesa generalizzata dei tassi di interesse che accresce quindi l’appeal dei titoli periferici in termini di redditività. Domani si riunisce il board della Bce e per quanto non ci aspetti un taglio del costo denaro, dall’attuale minimo storico dello 0,5%, gli economisti sono convinti che il presidente, Mario Draghi, preparerà il terreno per un intervento a dicembre. E magari darà indizi anche sulla tempistica di una eventuale maxi-iniezione di liquidità tramite la cosiddetta Ltro. Draghi, che prese le redini dell’Eurotower a novembre di due anni fa con il compito di traghettare l’Eurozona fuori dalla drammatica crisi del debito, si trova a fare i conti con il rischio deflazione in un contesto di ripresa stentata, mentre si fa piu’ teso il confronto con la Germania sempre più contraria a un taglio dei tassi. Nell’attesa, le Borse europee hanno viaggiato in positivo, con Milano che ha chiuso a +0,89%, seguita da Francoforte (+0,3%), Parigi (+079%) e Madrid (+0,29%), mentre Londra archivia un lieve calo (-0,08%). Dopo aver metabolizzato il taglio delle stime di crescita dell’Eurozona da parte di Bruxelles, oggi a dare ossigeno è stato soprattutto il rimbalzo a sorpresa degli ordinativi industriali in Germania (a settembre +3,3% dal -0,3% di agosto) seguito dal miglioramento dell’indice del Pmi composito sull’andamento dei settori manifatturiero e servizi (rivisto al rialzo a ottobre a 51,9 da 51,5 della prima stima), segnalando che la ripresa sta prendendo velocità. 

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