Champions: 4-3 a Lisbona, la Juve si sveglia tardi ed è fuori

Massimiliano Allegri si sbraccia a bordo campo.
Massimiliano Allegri si sbraccia a bordo campo EPA/ANTONIO COTRIM

TORINO. – La Juve è fuori dalla Champions: con una giornata d’anticipo, i bianconeri salutano la competizione più importante dopo la sconfitta per 4-3 contro il Benfica. A Lisbona la squadra di Allegri rischia l’umiliazione, poi si sveglia nell’ultimo quarto d’ora e per poco non riesce incredibilmente a rimontare. Non basta, però, nemmeno per essere certi dell’Europa League, con l’ultima gara di mercoledì contro il Psg che diventa decisiva.

Squadra che vince non si cambia, erano queste le intenzioni di Allegri alla vigilia. Eppure, nella Juve c’è un’assenza dell’ultima ora: Alex Sandro non ce la fa per un dolore all’anca ma va in panchina, al suo posto gioca Gatti al fianco di Danilo e Bonucci. Per il resto è la stessa formazione che ha vinto contro l’Empoli, con Kean confermato insieme a Vlahovic e con la coppia di esterni Cuadrado-Kostic, mentre Locatelli guida il centrocampo tra McKennie e Rabiot.

Anche il Benfica è lo stesso che ha vinto ‘O Clássico’ contro il Porto, dove Ramos fa la punta centrale con il trio di trequartisti a supporto formato da Aursnes, Rafa Silva e Joao Mario. A causa di alcuni lavori di ristrutturazione nell’impianto, l’arbitro Jovanovic non ha a disposizione la goal line technology.

All’andata i bianconeri partirono forte, in Portogallo invece devono fare i conti con la spinta dei 60mila del Da Luz: la squadra di Schimdt chiude i ragazzi di Allegri e fa collezione di calci d’angolo, già dopo 17 minuti arriva il vantaggio. Sul cross tagliato di Enzo Fernandez, Gatti si fa anticipare da Antonio Silva e la Juve deve subito rincorrere.

E i bianconeri reagiscono, tanto da trovare un immediato pareggio: servono un paio di minuti di controllo al Var per controllare l’azione dell’1-1, alla fine la rete viene assegnata a Kean e Allegri può tirare un sospiro di sollievo per aver subito ripreso la gara. Ma il problema della sua squadra rimane quello dell’attenzione, e ci ricasca puntualmente con Cuadrado che, ingenuamente, tocca il pallone con la mano in mezzo all’area. Dal dischetto si presenta Joao Mario che, proprio come allo Stadium, batte per la seconda volta Szczesny.

Al secondo svantaggio, però, i bianconeri patiscono il contraccolpo e prima della fine del primo tempo beccano anche il terzo: l’azione è bellissima, con l’ex Inter che trova un sontuoso Rafa Silva a deviare in rete con il tacco, ma la retroguardia della Juve resta colpevolmente a guardare. L’impresa si fa sempre più dura, Allegri ci prova inserendo Milik al posto di Kean per la ripresa. La strada, però, diventa ancora più ripida con il gol di Rafa Silva dopo 5 minuti, una vera e propria mazzata.

La Juve rischia l’umiliazione, dalla panchina si alzano i giovanissimi Soule e Iling-Junior. E sono proprio loro due a prendere per mano i compagni: l’esterno inglese mette in mezzo due palloni sfruttati da Milik e McKennie, i bianconeri tornano a crederci a 10 minuti dal termine. Qualche spiovente mette i brividi a Vlachodimos, Rafa Silva colpisce clamorosamente il palo e tiene ancora in vita i bianconeri. Alla fine, però, la rimonta non riesce: non basta un finale incoraggiante, la Juve va fuori dalla Champions. E adesso deve conquistare l’Europa League affrontando un Psg che non è ancora certo del primo posto.

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