José Guerra: “La produzione di greggio venezuelano non è in aumento”

Guerra
José Guerra
Humberto Calderón Berti a Madrid

CARACAS – Continua a preoccupare l’attuale situazione dell’industria petrolifera. Se a Madrid l’ex ministro dell’Energia, Humberto Calderón Berti, ha spiegato, in una riunione con alcuni esponenti della diaspora venezuelana, che per riscattare l’industria sarebbe necessaria la partecipazione straniera e ha insinuato la necessità della sua privatizzazione; a Caracas, l’economista e membro dell’Osservatorio venezuelano delle Finanze, José Guerra, ha reso noto che il volume della produzione petrolifera venezuelana si riduce con il passare del tempo.

“La produzione di greggio venezuelano non è in aumento – ha denunciato Guerra – ma diminuisce progressivamente. Si è sempre più lontani dalla meta di un milione di barili al giorno che promise Maduro a suo tempo”.

Quanti siano i barili di petrolio che il Paese riesce a produrre quotidianamente non si sa con precisione. Le fonti ufficiali non ne danno notizia, quelle ufficiose segnalano appena 600 o 650 mila barili al giorno. Ciò confermerebbe la stagnazione della produzione che, come ricordato da Humberto Calderón Berti a Madrid, superò i 3 milioni di barili al giorno nel 1999.

Guerra, nel suo account in Twitter, ha spiegato, con tono ironico, che un aumento della produzione rispetto alla base dello scorso anno, effettivamente c’è stata. Ha poi precisato, però,  che “la produzione lo scorso anno era così bassa che qualunque variazione è considerata oggi una crescita”.

“L’economia – illustra l’economista – cresce nel 2022 come conseguenza della dinamica petrolifera. Un Paese – aggiunge – può anche crescere con il commercio d’importazione come leva”.

Ha quindi sottolineato che “fintanto il petrolio, l’edilizia e la produzione non si muoveranno fortemente” non si potrà parlare di crescita sostenuta, “ma solo di un semplice rimbalzo statistico”.

L’economista ha segnalato che se il livello di produzione dell’industria petrolifera non subirà variazioni verso l’alto, nel 2023 “non ci sarà né crescita né miglioramento nell’afflusso di valuta estera”, con riflessi importanti nel resto  dell’apparato produttivo nazionale e della qualità di vita del cittadino.

Secondo il rapporto mensile dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) corrispondente a ottobre, con i dati di settembre, la produzione venezuelana è scesa di 19.000 barili al giorno. Fonti secondarie, invece, indicano un crollo di 57.000 barili al giorno. Di conseguenza, sempre secondo fonti secondarie, la produzione petrolifera venezuelana a settembre sarebbe stata di 659.000 barili al giorno (BD). Fonti ufficiali, invece, indicano una produzione, sempre a settembre, di 666.000 BD. Sia le fonti secondarie, sia quelle ufficiali, comunque, confermano la stagnazione dell’attività petrolifera con la tendenza a passare da un trend stabile a uno decrescente.

Redazione Caracas

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