Lite in azienda, titolare ucciso a colpi di fucile

Auto pattuglia dei Carabinieri
Auto pattuglia dei Carabinieri. ANSA/CONCETTA RIZZO

CREMONA. – Vecchi rancori, forse una questione di soldi: potrebbe essere questo il movente dell’omicidio di questa mattina in una azienda di Casale Cremasco Vidolasco, in provincia di Cremona. Qui il 78enne Domenico Gottardelli, pensionato residente in provincia di Bergamo, ha ucciso a fucilate Fausto Gozzini, titolare dell’impresa 61enne, anche lui domiciliato nella Bergamasca e con precedenti di polizia. Subito fermato e arrestato, l’anziano accusato di omicidio, detenzione e porto illegale di arma, l’anziano deve ancora chiarire perché abbia premuto il grilletto della sua doppietta da caccia.

I carabinieri delle Stazioni di Camisano e di Romanengo, del Nucleo Operativo e Radiomobile di Crema e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Cremona hanno ricostruito con precisione la dinamica di quanto accaduto. Gottardelli è arrivato alla Classe A Energy, impresa che si occupa di materiali per l’edilizia e della vendita di mezzi d’opera per l’edilizia e l’ingegneria civile, intorno alle 9.30.

Ha parcheggiato la sua Citroen 2CV, è sceso e dal sedile posteriore ha preso un sacco al cui interno aveva un fucile da caccia calibro 12. Si è diretto verso l’area uffici, è andato nel locale dove si trovava la vittima e ha sparato. Senza dire una parola. Prima un colpo verso il pavimento e poi un altro al 61enne, tra il petto e l’addome. A disarmarlo sono stati la moglie e e il figlio dell’imprenditore e alcuni dipendenti dell’azienda, che lo hanno immobilizzato e trattenuto fino all’arrivo dei militari dell’Arma.

Quando sono stati allertati i soccorsi, con gli operatori del 118 e l’equipaggio dell’elisoccorso, Gozzini era ancora vivo ma non c’è stato nulla da fare. E’ morto mentre l’assassino veniva accompagnato presso la caserma della Compagnia Carabinieri di Crema da dove, nel tardo pomeriggio, è stato portato in Procura per l’interrogatorio da parte del pubblico ministero che coordina le indagini, Francesco Messina.

Difeso dall’avvocato Santo Maugeri, il 78enne si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel frattempo, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Cremona hanno eseguito i rilievi sul posto e gli accertamenti tecnici. Il fucile è stato sequestrato e sono in corso gli accertamenti sulla provenienza, tenuto conto che l’anziano non risulta essere titolare di licenza per la detenzione e il porto di armi da sparo. E’ stata anche perquisita la sua abitazione, nella bassa bergamasca, ma non sono state trovate armi o munizioni.

Durante le prime fasi dell’intervento dei carabinieri è arrivato nell’azienda teatro del delitto il secondo figlio della vittima, che in uno scatto d’ira ha colpito la macchina del killer e, quando i militari hanno tentato di fermarlo, ha preso a pugni un carabiniere, che ha riportato una ferita lacero-contusa al labbro e una prognosi di 10 giorni.

(di Mauro Cabrini/ANSA)

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