Scuola, i presidi: “Bentornata normalità, ma restano i problemi”

Studenti in classe nel primo giorno di lezioni presso le scuole elementari Erminio Franchetti, Torino
Studenti in classe nel primo giorno di lezioni presso le scuole elementari Erminio Franchetti, Torino, 13 settembre 2021. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Primo giorno del nuovo anno scolastico, oggi, in tante regioni italiane. Un primo giorno caratterizzato dalla quasi totale scomparsa, dopo tre anni, di tutte le restrizioni anti-Covid: non c’è più la didattica a distanza per gli alunni positivi, non sono più previsti il distanziamento dei banchi o gli ingressi scaglionati e tantomeno la misurazione della temperatura corporea all’ingresso della scuola, non c’è più il personale aggiuntivo Covid.

Le mascherine, chirurgiche o FFP2, sono richieste solo per i più fragili. Per l’ aerazione delle classi viene raccomandato di aprire le finestre e cambiare l’aria con frequenza. Non mancano però i professori perplessi se non timorosi per la decadenza praticamente di tutte le restrizioni che hanno regolato la scuola durante la pandemia.

“Ci sono alcuni docenti che continuano ad indossare la mascherina FFp2 – dice Cristina Costarelli, preside del liceo scientifico Newton a Roma e presidente di Anp del Lazio – è una paura contenuta, controllata, ma c’è: il timore è legato al dover stare per tanto tempo in spazi comunque piccoli”.

Gli studenti sono contenti di tornare in classe senza le mascherine ma, soprattutto nelle scuole superiori delle grandi città, rimane il problema delle ‘classi pollaio’. “Le aule sono affollate, abbiamo aule da 21, 22 alunni dove ci sono anche 27, 28 studenti: chiaramente il metro di distanza non è rispettato”, spiega Costarelli. “C’è comunque un altro spirito – osserva la professoressa di inglese Antonella Luchini – anche per il fatto di non dovere più indossare le mascherine. Siamo tutti più rilassati”.

Alcuni istituti, come il Piscicelli di Napoli, che ha 1.150 studenti tra elementari e asilo, hanno deciso di tenere ancora divisi i bambini nei banchi e di prevedere ingressi e uscite scaglionati. “Non siamo tornati ai due bimbi seduti insieme, manteniamo ancora un pò di prudenza”, spiega la dirigente Gabriella Talamo.

Anche se gli studenti che entrano in classe in questi giorni sono molti meno del passato, dal momento che negli ultimi 10 anni è stato perso il 10 per cento degli allievi pari a -858 mila, mentre il numero di docenti è lievemente aumentato, come ad ogni inizio di anno scolastico si pone l’annoso tema del precariato.

La Uil fa i calcoli: “sono 70 mila i posti tra docenti e Ata, non assegnati. Un disastro annunciato. Si è riusciti a fare peggio dello scorso anno. Restano vacanti circa 52.000 posti per il personale docente a cui si aggiungono almeno 200.000 supplenti”.

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