Madrid introduce assegni di disoccupazione per le lavoratrici domestiche

Una colf al lavoro.

MADRID — Mettere fine a “una discriminazione storica”. Questo è, a detta del premier spagnolo Pedro Sánchez, l’obiettivo di un nuovo decreto del governo che contempla misure a favore di lavoratrici domestiche come colf e badanti: in particolare, l’introduzione di assegni di disoccupazione e maggior protezione rispetto ai licenziamenti senza giusta causa. “Questa norma ci permette di avere un Paese migliore, che mette al centro il benessere di coloro che sinora sono state le grandi dimenticate”, ha sostenuto in conferenza stampa Yolanda Díaz, vicepremier e ministra del Lavoro.

La principale novità del nuovo decreto, preannunciata ieri da Sánchez, prevede che dal 1 ottobre di quest’anno i contributi per l’eventuale ottenimento di sussidi di disoccupazione vengano versati dai datori di lavoro per colf e badanti. Misura che sarà valida anche per lavoratrici impiegate per meno di 60 ore a settimana, secondo una nota del Ministero del Lavoro. Le regole di applicazione degli assegni saranno quelle generali dei lavoratori dipendenti.

Inoltre, verrà soppressa la figura del “recesso”, aggiunge il comunicato del ministero. In generale, ha detto Díaz, “le lavoratrici domestiche avranno diritto a tutte le prestazioni assistenziali previste”.

Díaz ha poi spiegato che l’idea della nuova norma è di favorire i diritti delle lavoratrici domestiche senza danneggiare i datori di lavoro, spesso famiglie che hanno bisogno di loro per prendersi cura di bambini o anziani. In tal senso, il decreto prevede l’introduzione di coperture dei contributi che possono arrivare all’80% di tali somme. “Non ci saranno costi maggiori costi per gran parte delle famiglie che hanno bisogno di tali figure”, ha assicurato la vicepremier.

Secondo il governo spagnolo, nel Paese iberico ci sono oltre 370.000 lavoratrici domestiche (principalmente donne). Come sottolineato dall’agenzia di stampa Efe in base a dati pubblici, ci sarebbero però oltre 150.000 lavoratrici del settore impiegate in nero.

Come raccolto anche dalla stampa iberica, associazioni di lavoratrici domestiche e i due principali sindacati spagnoli, Ugt e Comisiones Obreras, hanno accolto positivamente l’iniziativa del governo. “Rappresenta una novità storica”, si legge in un comunicato di Ugt. Lo stesso sindacato valuta però le misure previste ancora “non sufficienti”, in particolare per quanto riguarda i licenziamenti per giusta causa. “Sono soppressi solo sulla carta”. si legge. Una delle richieste rivolte dalle organizzazioni dei lavoratori al governo è di aprire ora una fase di “dialogo sociale” sul tema.

Il decreto approvato oggi dal governo — elaborato dopo una lunga lotta rivendicativa delle associazioni del settore e anche una condanna al “discriminatorio” sistema spagnolo da parte della giustizia europea — dovrà poi essere esaminato, convalidato o respinto, dal Parlamento.

Redazione Madrid

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