Macron volta le spalle al gasdotto pirenaico, ma la Spagna ci punta ancora

Il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.
Il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. (ANSA)

MADRID — Doccia fredda da Parigi per le ambizioni spagnole di costruire insieme ai partner europei un nuovo gasdotto che attraversi i Pirenei. “Non riesco a capire che problema a breve termine riusciremmo a risolvere”, ha detto infatti ieri il presidente francese Emmanuel Macron in dichiarazioni alla stampa, dopo che già in un primo momento il suo governo aveva espresso scetticismo in merito. Tuttavia, anche forte del sostegno al progetto espresso dalla Germania, Madrid per il momento non pare aver intenzione di mollare la presa. “Credo che sia pertinente un dibattito su cosa sia difendere l’interesse europeo in un contesto così straordinario come quello attuale”, ha sostenuto la vicepremier e ministra della Transizione Ecologica Teresa Ribera.

Sull’idea di rispolverare il cosiddetto ‘Midcat’, ovvero un terzo gasdotto tra Spagna e Francia per migliorare le “interconnessioni” tra Penisola iberica e il resto d’Europa in un momento di crisi energetica, da settimane è aperto un dibattito che coinvolge diversi attori. Tra i sostenitori più accesi del progetto c’è senz’altro il premier spagnolo Pedro Sánchez, che ad agosto ha definito “un sogno” la possibilità di realizzarlo. L’entusiasmo del leader iberico è risultato evidente in particolare dopo che il collega socialdemocrata tedesco Scholz ha detto la sua in merito. Un gasdotto di quel tipo, ha sostenuto, “aiuterebbe in modo massiccio ad alleviare la situazione delle forniture” di gas per la Germania, fortemente dipendente in questo ambito dalla Russia. 

Di fronte alla freddezza espressa dalla Francia, che ha manifestato in particolare dubbi riguardanti la praticabilità a breve-medio termine di tale soluzione, il leader iberico ha però anche indicato un “piano B”: un condotto sottomarino che unisca Barcellona e Livorno, ipotesi già paventata alcuni mesi fa anche dal premier italiano Mario Draghi. 

La scorsa settimana, nel corso di una visita in Germania, Sánchez e Scholz hanno comunque ribadito di essere favorevoli a un progetto simile al MidCat. “Abbiamo una posizione condivisa su questo”, ha ricalcato il primo, ricordano che si parlerebbe non solo di trasporto di gas, ma anche di idrogeno, un tipo di fonte energetica su cui l’Ue sta puntando con forza.

Poco dopo, il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha aperto la porta a “valutare” la proposta ibero-tedesca. “Visto che questa richiesta arriva da due Paesi amici, la prenderemo in esame”, ha dichiarato. Ieri, invece, Macron è stato molto più perentorio. “La realtà è che oggi tra Francia e Spagna esistono già due gasdotti, e che, se esaminiamo i dati relativi al periodo successivo a quello di massimo stress, ovvero da febbraio in avanti, sono utilizzati al 53% della loro capacità”, ha dichiarato. “È falso che così (con il Midcat) risolveremmo il problema del gas”.

Secondo media iberici, oggi l’Unione Europea si è posta “di profilo” sulla vicenda. “In questo momento non posso dare una posizione su un progetto specifico. È necessario che gli Stati membri (interessati) e il promotore del progetto avanzino sulla fattibilità del gasdotto ed è in quel momento che potremo dare una posizione”, ha affermato un portavoce di Bruxelles citato da El País. 

Su queste parole, è arrivata la replica di Ribera: “Mi sembra logico che, in un momento eccezionale come quello attuale, il tema possa essere oggetto di un dibattito a fondo”, ha affermato, “ma mi sembra prematuro arrivare a conclusioni adesso, perché sarà sicuramente discusso” con gli altri Stati membri. A detta sua, è possibile affrontare “con totale tranquillità” questioni come i dubbi espressi da Macron, sempre tenendo in mente che l’incognita su “come rispondere alla necessità di garantire le forniture nel centro e nel nord dell’Europa” resterà “a lungo un tema di interesse per i leader europei”:

La vicepremier non ha chiuso le porte alla possibilità di spingere sull’alternativa del gasdotto Spagna-Italia. Tuttavia, già in precedenza aveva puntualizzato ricordando che si tratterebbe di un progetto più complesso da portare a termine. 

Inoltre, resta da valutare che tipo di interlocuzione tra i due governi potrà esserci dopo le elezioni politiche italiane previste per il 25 settembre. Se, come pronosticano i sondaggi, i partiti di destra e in particolare Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ottenessero la vittoria, a Roma si potrebbe instaurare un esecutivo di segno politico molto distante da quello di Madrid.

Redazione Madrid

Lascia un commento