Sanchez attacca Salvini sull’Ucraina, l’ira della Lega

In una foro d'archivio il presidente spagnolo Pedro Sánchez, Olaf Scholz, ed Enrico Letta, Segretario Generale del Partito Democratico.
In una foro d'archivio il presidente spagnolo Pedro Sánchez, Olaf Scholz, ed Enrico Letta, Segretario Generale del Partito Democratico.

ROMA. – Un altro schiaffo a Matteo Salvini e al suo partito. E di nuovo dall’estero. Dopo l’affronto a sorpresa del sindaco polacco di Przemysl, è il premier spagnolo Pedro Sanchez ad attaccare il leghista associandolo agli altri leader sovranisti europei: “Se in Italia governasse Salvini, in Francia Le Pen e Vox avesse qualche responsabilità di governo in Spagna, sarebbe la morte dell’Unione europea”.

Frase rilanciata su twitter da Enrico Letta. Un combinato disposto che scatena l’ira della Lega con una replica a tono parlando di parole “vergognose”. Sanchez parla in Parlamento rivolgendosi a Vox, il partito estremista di destra di casa, e alleato di Fratelli d’Italia in Europa. E spinge il messaggio fuori da Madrid. Occasione che non sfugge a Enrico Letta, storico rivale di Salvini in patria, che ritwitta il video di Sanchez e aggiunge: “Con quello che sta succedendo, con l’invasione russa, cosa sarebbe dell’Unione europea oggi se Salvini, Le Pen e Abascal fossero a capo dei governi”.

La Lega, è in affanno per gli ultimi sondaggi che la farebbero scivolare al 16,2%, terzo partito dopo FdI e Pd (rispettivamente al 21,9% e al 21,3%, secondo una rilevazione di Swg). E il ‘capitano’ sembra a rischio isolamento dopo la “sortita” al confine con l’Ucraina l’8 marzo: con quella maglietta con l’immagine di Putin sventolata dal sindaco Bakun a ricordargli la sua vicinanza con il presidente russo, più volte rivendicata in passato.

Oggi è anche Sanchez a solleticare quel nervo scoperto. In aula ricorda che Putin “ha sostenuto” politici come Salvini in Italia – gli stessi con cui Vox “si è unito negli ultimi anni” – perché ciò asseconda il desiderio dello ‘zar’ di avere “governi autoritari in Europa”.

La difesa del segretario leghista arriva da Strasburgo: “Con la guerra nel cuore dell’Europa, crisi energetica e conseguenze di due anni di pandemia, la priorità di Sanchez, Letta e della sinistra oggi è fare vergognose polemiche elettorali”, denunciano gli europarlamentari Marco Zanni e Marco Campomenosi.

Tace invece Salvini, concentrato sull’accoglienza agli ucraini in fuga. E in collegamento con l’iniziativa ‘Sos Ucraina’ – unico appuntamento pubblico della giornata – si limita a ricordare di aver accolto i bambini “da papà, che vedeva bambini con i giochini dei nostri figli come unico bagaglio”. Quindi alle critiche interne ribatte così: “Il mio è un impegno a fare il possibile e l’impossibile nonostante i commenti di salotto di chi sta qui”.

Replicano a raffica i parlamentari. I capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo se la prendono con il Pd che avrebbe “un’ossessione irrefrenabile” per il loro segretario, visto che “Letta preferisce sposare le parole infelici di Sanchez, invece di impegnarsi nel salvataggio di donne e bambini dall’Ucraina”.

Un netto e totale “sostegno per gli attacchi politici e mediatici ricevuti” arriva pure dai ministri leghisti. Ridimensiona il bailamme, come “ridicolo”, Giorgia Meloni e osserva che “se Letta avesse detto una cosa analoga, in Spagna nemmeno la commenterebbero”. Non riesce a placare le acque nemmeno Luigi Di Maio, che smorza il battibecco osservando che “questo è il momento dell’unità nazionale”. Per il ministro degli Esteri ed ex capo politico del M5s, “stiamo andando ad affrontare una sfida che l’Europa non vede dalla seconda guerra mondiale, restiamo uniti come paese”.

Ma il monito sembra più rivolto ai Dem alleati del ‘campo largo’ di centrosinistra, piuttosto che al fronte opposto. Sulla drammaticità del momento che richiede assoluta unità assoluta, Di Maio insiste più tardi nell’informativa alla Camera. “Si tratta di una guerra di aggressione non provocata, ingiustificabile e contraria alle più elementari norme del diritto internazionale. E sta provocando la più grave catastrofe umanitaria in Europa dal secondo dopoguerra ad oggi”.

(di Michela Suglia/ANSA)

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