Ad un anno dal terremoto si raccolgono pezzi di cuore

CARACAS.- L’Aquila sfida ancora la paura, mentre migliaia di fiaccole hanno illuminato il suo cuore storico per ricordare ad un anno dalla tragedia del terremoto, quel “giardino di bare” come lo definì in un suo commovente articolo la nostra Marisa Bafile, presente ai funerali delle vittime. Quel patrimonio di bellezza ed armonia, colpito irrimediabilmente dritto al cuore, quelle vittime ignare e sepolte durante il sonno, quei ragazzi che si stavano affacciando alla vita con l’entusiasmo dei venti anni e si sentivano “protetti” tra le mura della loro famosa Università, l’abbiamo abbracciato ancora e stretto al cuore attraverso la Mostra fotografica multimediale inauguratatasi lo scorso venerdí 9 aprile, presso il salone “Giotto” del Centro Italiano Venezolano, intitolata: “Il coraggio della speranza. Ad un anno dal terremoto…”.

Intanto, gli abruzzesi, (poiché abruzzesi si nasce e si muore, anche se a distanza di migliaia di chilomentri e dall’altra parte del mondo), hanno fatto come da sempre sanno fare: rimboccarsi le maniche, asciugare le lacrime e guardare dritto al futuro dando il massimo di ciascuno, raccogliendo “i pezzi” della propria città e, inaugurando una nuova denominazione che segue a quella di “forti e gentili”, è nato “il popolo delle carriole”. In quelle carriole, gli aquilani stanno raccogliendo pezzi della loro storia, del ricordo dei loro avi, cercando così di apportare un soffio di vita a quella meravigliosa impressa idealmente in “novantanove chiese e novantanove cannelle” . Ed “Il Coraggio della Speranza”, questa mostra auspicata dal presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, Nazario Pagano e dalla Fondazione “Abruzzo Risorge”, da lui presieduta, e promossa inoltre dal C.I.V. di Caracas, dall’Associazione Abruzzesi e Molisani nel Mondo del Venezuela, da “Abruzzo Solidale”, dal “Gruppo dei quindici”, “La Voce d’Italia” e “Abruzzo 24 ore”, ci ha commosso come non mai.

Presso la “Sala Giotto”, ciascuno con le proprie frasi , oggi piene di speranza, ha saputo ricordare il grande cuore della nostra Collettività che batte all’unisono con l’Abruzzo amato. Memoria, dolore e speranza hanno avuto nei suoi figli emigrati in Venezuela, una solidarietà generosa e profonda. A raccogliere gli aiuti per le famiglie sinistrate infatti, sono stati in tanti ed anche non abruzzesi, ma appartenenti alla nostra Collettività. Ciascuno lo ha fatto come dettava il proprio cuore e, mentre il 2009 stava per concludersi, nasceva, nella nostra comunità l’idea di dedicare i fondi raccolti alla costruzione di un centro civico presso il Comune di Villa Sant’Angelo, in provinca dell’Aquila, che sarebbe stato intitolato a Gaetano Bafile, fondatore della “Voce d’Italia”.

La serata inaugurale dell’esposizione fotografica ha avuto inizio con le frasi di ringraziamento della dott.ssa Tina Di Battista, rivolte a chi ha voluto seza indugi apportare il proprio contributo alla solidarietà promossa fin dai primi momenti della tragedia. Così, la nostra corregionale, ha ribadito la disposizione immediata del Sodalizio da lei presieduto nel contribuire alla raccolta dei fondi dedicati alla ricostruzione delle zone terremotate. A sua volta, Mario Chiavaroli, Presidente del Centro Italiano Venezolano ed inoltre abruzzese di nascita e cuore, ha ricordato come, ad un anno dalla tragedia, la solidarietà persiste viva e palpitante verso i luoghi colpiti dal terremoto.

– Quando il Centro Italiano ha aperto le porte alla collaborazione – ha tenuto a sottolineare – tutti lo hanno fatto immediatamente -. Ed ha precisato il grande apporto del “Gruppo dei Quindici” formato da persone che, pur non essendo abruzzesi ma italiani di varie regioni, hanno collaborato con grande generosità offrendo ciascuno la somma di cinque milioni di bolivares da destinare alle zone del disastro.
Infine, il Presidente Chiavaroli, ha ringraziato l’Ambasciata italiana per aver agevolato la collaborazione dell’Ente venezolano “C.A.D.I.V.I.” nel poter cambiare coscenziosamente la valuta destinata all’Abruzzo, ed ha espresso la propria sincera soddisfazione per l’opera portata a buon fine dal nostro editore, Amedeo Di Lodovico. Si tratta appunto, della somma riunita dal Centro Italiano Venezolano di Caracas, dalla Fondazione Abruzzo Solidale, dall’Associazione Abruzzesi e Molisani nel Mondo del Venezuela e dal “Gruppo dei quindici” i quali, all’unisono, hanno accolto di buon grado la decisione di dedicarne il totale alla località abruzzese di Villa Sant’Angelo, dove sarà costruito un centro civico intitolato a Gaetano Bafile, insigne Maestro, fondatore e direttore durante tutta la sua vita in Venezuela, del nostro Giornale: “La Voce d’Italia”, oggi diretto brillantemente dal figlio dott. Mauro Bafile.

Subito dopo, ha preso la parola il dott. Giorgi a nome dell’Ambasciata d’Italia, esprimendo compiacimento per l’ iniziativa portata a buon fine e facendosi portavoce dei saluti e del riconoscimento dell’Ambasciatore d’Italia in Venezuela. Ringraziando particolarmente l’Associazione Abruzzesi e Molisani del Venezuela, Amedeo Di Lodovico, Presidente dell’Associazione Abruzzo Solidale, ha ripercorso per i presenti i primi momenti in cui, consapevoli della tragedia aquilana, gli abruzzesi del Venezuela si sono immediatamente attivati .
– Il 7 di aprile, al mattino, molto presto, mi telefonò Mauro Bafile, comunicandomi l’intenzione di annunciare sulle pagine del nostro Giornale la sottoscrizione d’aiuto per i terremotati. Tina Di Battista ebbe la stessa idea e per Mario Chiavaroli fu identica decisione. Si era anche formato il “Gruppo dei quindici”, rappresentato da Marco Battipaglia .Raccolti i fondi, quindi, si inviarono in Italia a nome di noi tutti.
Ed ha continuato, riassumendo in seguito per i presenti,come è nata l’iniziativa di costruire il Centro Civico di Villa Sant’Angelo intitolandolo a Gaetano Bafile.
– Il Comune in provincia dell’Aquila – ha sottolineato Amedeo, conta circa cinquecento persone ed è stato completamente distrutto dalle forti scosse telluriche. Mentre ero li che ne constatavo la tragedia, ho incontrato, accampato in una tenda, l’ex Presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani di Valencia ed ex Presidente della Federazione Abruzzesi e Molisani nel Mondo: Oreste De Matteis, il quale, dopo aver lasciato il Venezuela per ritornare nella terra d’origine, era stato colpito anche lui dalla furia del terremoto, perdendo ogni cosa. In quella circostanza, mi volle accompagnare a visitare la tendopoli e, per caso, ci siamo incontrati con il Sindaco di Villa Sant’Angelo, Pier Luigi Biondi, che conosceva ed ammirava l’operato del fondatore della “Voce d’Italia” , Gaetano Bafile. Così è nata l’idea di realizzare nell’ambito della ricostruzione un centro ricreativo per giovani, bambini ed anziani, intitolato al mitico scrittore e giornalista Bafile. La costruzione sarà inserita in un grande spazio che conterà inoltre con un Anfiteatro ed un Parco. Sono lieto di comunicare che è già stato eseguito dal Comune lo studio del terreno ed il prossimo mese di Maggio, avranno inizio i lavori.
Inutile dire – ha proseguito Amedeo Di Lodovico – quanto è stato commovente ogni incontro, ciascuno compenetrato con la tragedia di innocenti che mai avrebbero supposto di lasciare la vita in condizioni così raccapriccianti e imprevedibili. Però, è proprio in queste situazioni che ci scopriamo davvero come siamo nel cuore e nell’anima. Infatti, io non sapevo, ne ero perfettamente ignaro che, percorrendo anche le tendopoli del Comune di Fossa, dovevo con somma sorpresa incontrarvi mia figlia Anna Gabriella. Anche lei presente con i volontari delle Squadre di Soccorso. Mi abbracciò e non dimenticherò mai la sua frase: “Papà, sono orgogliosa di essere figlia di abruzzesi”.

Concludendo la commovente testimonianza di Amedeo Di Lodovico, ha preso la parola il dott. Mauro Bafile che a nome della grande famiglia della “Voce d’Italia”, ha ringraziato commosso per l’niziativa di dedicare un Centro civico intitolato a suo padre ed ha tenuto a ribadire l’impegno di noi tutti e del nostro Giornale nel proseguire aiutando le famiglie sinistrate, nel seguire senza sosta ogni iniziativa in pro della ricostruzione dell’Aquila. E, riferendosi alla “protesta delle carriole” l’ha definita: “un atto di fede e d’orgoglio”.
La Mostra fotografica “Il coraggio della speranza. Ad un anno dal terremoto…” ha proiettato una selezione d’immagini drammatiche e dolorose: L’Aquila come era e l’Aquila com’è, mentre l’editore di “Abruzzo 24 ore”, Gianfranco Di Giacomantonio, commentandone i contenuti invitava gli astanti a tagliare il nastro per entrare simbolicamente nel cuore del centro storico dell’Aquila dove una carriola simbolizzava la volontà degli aquilani di riappropriarsi della loro città: di raccoglierne con amore pezzo per pezzo i mattoni antichi, ricomporne i famosi affreschi e dire ancora “Si” alla vita poichè, come ha affermato Mauro Bafile che ha trascorso tutta la propria infanzia a L’Aquila, “…senza il suo centro storico la nostra amata città è morta!”.