Sussidi ai chip, ma Ue avverte: “Non sia gara tra Stati”

Un microchip.

BRUXELLES.  – Sì ai sussidi pubblici per finanziare la produzione di microchip in Europa. Ma attenzione a non farla diventare una gara sleale. Con un cambio di registro tutto incentrato sulle nuove sfide che incombono, Bruxelles ha dato la sua benedizione alla revisione della politica antitrust concedendo più margine per i finanziamenti pubblici in favore di ambiente e tecnologia.

Ma la ricetta interventista, tanto cara alla Francia, ha le sue linee rosse. Anche perché, ha scandito la vice presidente Ue, Margrethe Vestager, almeno per quanto riguarda l’oro del tech del 2021, l’autosufficienza è soltanto “un’illusione”.

Davanti alla pesante dipendenza dell’Europa dai giganti asiatici dei chip (Cina, Taiwan e Corea del Sud in cima) e vista “la situazione eccezionale” delle catene produttive, in difficoltà sulla scia del Covid e con ripercussioni su “una vasta area dell’economia”, dall’automotive all’elettronica, la danese ha acconsentito a rendere più flessibili le norme per concedere aiuti mirati e spingere la produzione “in house” dei semiconduttori. Con il proposito di raddoppiare la quota europea nel mercato globale portandola al 20% entro il 2030.

L’apertura fa segnare un punto a favore di quella frangia di capitali – con Parigi e Berlino in testa, affiancate da Roma – che non ha mai nascosto l’ambizione di creare campioni europei per competere con Cina e Stati Uniti. Il loro sostenitore a Bruxelles, il francese Thierry Breton, nei giorni scorsi era tornato ad avvertire dell’esigenza di un “whatever it takes” per rendere l’Europa autonoma sui chip.

Richiesta accolta con riserve dalla danese che, da esperta guardiana della concorrenza nel mercato unico, non ha mancato di avvertire: questi aiuti saranno soggetti a “forti salvaguardie” ed oggetto di una “valutazione vigorosa”. Il tutto per assicurare che il rapporto costi/benefici non vada a penalizzare chi deve fare i conti con margini di spesa meno ampi. Vale a dire l’ala degli Stati più piccoli, capitanati da Paesi Bassi, Danimarca e Irlanda.

Mentre la discussione è destinata a tenere banco, anche in vista dell’atteso European Chips Act che vedrà la luce nella prima metà del prossimo anno, l’Antitrust ha annunciato una proroga al 30 giungo 2022 del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato per consentire norme più allentate per far fronte alla pandemia. Fin qui, sono stati oltre tremila i miliardi di euro di sussidi pubblici autorizzati da Bruxelles.

L’Italia, al secondo posto per i fondi stanziati e approvati dal marzo 2020 dopo Berlino, sorride: la misura, ha detto la ministra per il Sud Mara Carfagna, “consente di chiedere la proroga della decontribuzione Sud del 30% almeno fino a giugno”. Nella speranza che  “possa acquistare un carattere permanente”.

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