Spagna in doppia cifra, Tahiti travolta

RIO DE JANEIRO – Non è riuscito il miracolo a Tahiti: la ‘cenerentola’ della Confederations Cup è stata travolta 10-0 dalla Spagna campione del mondo e d’Europa, al termine della seconda giornata, ieri a Rio de Janeiro. Ma la formazione della Polinesia francese ha comunque fatto storia ed é uscita a testa alta dal mitico stadio Maracanà, il cui pubblico l’ha sostenuta con passione durante tutta la gara e le ha regalato un’autentica ovazione al fischio finale. Contro i modesti avversari, Vicente Del Bosque cambia 10 giocatori su 11 rispetto alla squadra che domenica scorsa ha battuto 2-1 l’Uruguay nella gara di esordio. Unico titolare schierato è Sergio Ramos. Persino tra i pali, il ct iberico sceglie di affidarsi al terzo portiere, Pepe Reina.

Nessuna sorpresa invece tra i tahitiani, che contano su Marama Vahirua come loro unico professionista in campo (gioca nel Panathinaikos, ndr).

Il primo tempo inizia con una Spagna leggermente ingessata, quasi intimorita dai sonori fischi del pubblico, palesemente a favore di Tahiti. Il sogno di un miracolo per il ‘Davide’ Tahiti sfuma però dopo appena 5 minuti: a segno Fernando Torres, autore di 4 reti complessive (più un rigore tirato contro la traversa). Tre ne segnerà Villa, due Silva ed una Mata.

I tahitiani comunque ci mettono il cuore e per quasi mezz’ora resistono al pressing spagnolo. Vahirua fa buoni numeri sulla fascia sinistra. Il portiere Roche compie anche un paio di belle parate, al 17’, rubando il pallone allo scatenato Torres, e al 22’, con una bella difesa coi pugni. I tahitiani osano e si fanno più rocciosi a centrocampo e al 25’ vanno persino in contropiede con Steevy Chong Hue, che guadagna un calcio di punizione fuori area. Poi però, e per tutto il resto della partita, è solo Spagna.

Dopo un primo tempo conclusosi con un ‘dignitoso’ 4-0, Tahiti soffre l’attesa umiliazione nella ripresa.

Le Furie Rosse sono dappertutto, penetrano nella difesa avversaria senza sforzo. I gol arrivano uno dietro l’altro, quasi senza fatica. Tahiti lotta e soffre. I tifosi carioca, così, offrono uno spettacolo a parte: ‘adottano’ la squadra polinesiana e le dedicano l’Inno nazionale, spingendola alla reazione. Il ‘gol della bandiera’ non arriva, ma lo stadio regala lo stesso una marea di emozioni, sotto lo sguardo attento del Cristo Redentore, che sembra osservare lo show dalla vicina montagna.

Il ‘Maraca’ esplode in un boato quando Tahiti tocca palla, sembra quasi di assistere a un incontro della ‘Seleçao’.

La Spagna avverte il clima ostile e decide di rendere omaggio agli avversari schierando Iniesta, l’idolo per antonomasia dei tahitiani, negli ultimi 15’. La pioggia di gol ormai non interessa più agli spettatori, che danno l’addio con i massimi onori agli antieroi venuti da lontano.

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