M5S, alta tensione Grillo-frondisti

ROMA  – Resta alta la tensione all’interno del movimento 5 stelle. E, dopo giorni di incontrollato nervosismo, Beppe Grillo ribadisce punto per punto i suoi paletti contro un possibile ”soccorso rosso”da parte del movimento e mette nero su bianco le ragioni dell’inusitato attacco a Stefano Rodota’ e prova a ricompattare i 5 stelle, a rischio fuoriuscite, contro il taglio del finanziamento pubblico dei partiti presentato dal governo.

”Non posso assistere impassibile alla costruzione di un polo di sinistra che ha come obiettivo la divisione del M5S” ammette il leader a Cinque Stelle timbrando con un ‘visto’ cio’ che da giorni scrivono i giornali e negano gli interessati. Rodotà ”si è posto come punto di riferimento. Il M5S non è nato per diventare il Soccorso Rosso di Vendola e Civati, di Delrio o di Crocetta”. Allude al progetto di una saldatura in Parlamento tra le ‘anime’ scontente del M5s e del Pd che potrebbero convergere per formare, insieme a Sel, un intergruppo, un nuovo gruppo, che guardi al ‘dopo-Letta’: ad un governo senza il Pdl, appoggiato da Pd, Sel e M5s sotto la ‘bandiera’ di Rodotà, l’uomo simbolo della convergenza da proporre anche come possibile premier. Per questo, dopo aver dovuto rinunciare alla Gabanelli, ora il leader a Cinque Stelle deve prendere velocemente le distanze dal Professore.”Rodotà non è il presidente del M5S, ha un’altra storia politica che, coerentemente, mantiene”, scrive sul suo blog dove però ricorda: ”Rodotà appartiene alla sinistra, è stato presidente del Pds, poi messo in un angolo come un ferrovecchio dall’attuale dirigenza pdmenoellina”.

E’ il suo modo di ‘avvertire’ eletti ed elettori: attenti, sembra dire, a non farvi incantare da una ‘sirena’ che non ha adepti, neppure in casa Pd. Un consiglio che non arriva a caso visto che anche ad un giorno di distanza si moltiplicano le testimonianze di solidarietà dei parlamentari verso il costituzionalista. Dopo Adriano Zaccagnini, dopo Tommaso Currò, anche la senatrice Paola Nugnes il senatore Fabrizio Bocchino, il deputato Walter Rizzetto.

Lo stesso Grillo si difende e dice: ”Non credo di aver offeso il professor Rodotà, le parole ‘ottuagenario miracolato dalla Rete’ le ha dette lui stesso a me”. Soprattutto ”la sua onestà non è in dubbio e neppure la sua intelligenza”.

Lo stop di Grillo potrebbe quindi arrivare in tempo prima che il progetto di ‘fuoriuscita’ dei dissidenti diventi realtà. Lo stesso Currò annuncia di non voler lasciare però ribadisce:”troppo spesso ho dovuto mordermi la lingua di fronte a situazioni riguardanti la vita interna del nostro gruppo parlamentare” ma ”mai assumerò atteggiamenti imposti”, afferma. Senza ”confronto e ascolto” il progetto del M5S è ”destinato a fallire e chi non lo ha ancora capito è in malafede”.

Il tentativo di ‘lavorare’ dall’interno ad una diversa gestione del gruppo non è tramontato. Ci ha provato, il deputato, in occasione della riunione del gruppo di ieri dove ha provato a far inserire all’odg il dibattito e un comunicato di solidarietà a Rodotà e un confronto sul risultato elettorale. La proposta non è passata (serve la maggioranza assoluta per cambiare l’odg) ma ”hanno votato sì a questa proposta una trentina di colleghi su circa 60 presenti”.

Dall’altro lato, la battaglia del Movimento contro il finanziamento pubblico ai partiti è riuscita, a galvanizzare di nuovo gli attivisti che, in rete, hanno risposto in massa alla protesta lanciata dal M5S contro la legge proposta dal governo. Una risposta, indiretta ma immediata, alle critiche di Rodotà sul ruolo del web in politica. D’altra parte ‘State of the Net’, la conferenza sullo stato della rete in Italia, sembra dargli ragione: Beppe Grillo è il primo ‘brand’ degli utenti italiani di Facebook. Nei primi mesi del 2013 la sua pagina ha registrato 14,3 milioni di interazioni (engagement) con gli utenti, doppiando il secondo brand presente, la pagina del quotidiano Repubblica, con ‘soli’ 6,4 milioni di interazioni

 

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