Coronavirus in Italia: la curva decresce ancora, forte impatto vaccinazioni

L'hub vaccinazioni allestito nei locali della Fiera di Brescia,
L'hub vaccinazioni allestito nei locali della Fiera di Brescia, 29 Aprile 2021. ANSA/ FILIPPO VENEZIA

ROMA. – Continua a migliorare la situazione epidemiologica in Italia, tanto che la curva dei contagi da Covid-19 si attesta tra le più basse in Europa. Anche questa settimana si registra un calo dell’incidenza dei casi – parametro fondamentale per decidere la collocazione delle Regioni nelle fasce dei colori – che tocca il valore di 32 per 100mila abitanti, e scendono ancora l’indice di trasmissibilità Rt, a 0,68, ed i ricoveri per Covid.

I dati dell’ultimo monitoraggio settimanale della Cabina di regia sono positivi e fotografano un trend incoraggiante, sul quale pesa il decisivo impatto delle vaccinazioni. In calo anche la curva della mortalità, ed attualmente sono asintomatici tre su quattro tra chi contrae l’infezione. Un trend positivo che si riflette nell’occupazione dei posti letto ospedalieri per Covid.

Questa settimana, nessuna Regione supera infatti la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva (dove il tasso di occupazione è al 12%, sotto la soglia critica del 30%, e dove i ricoverati passano da 1.323 a 1.033 in una settimana) o area medica (con un tasso di occupazione all’11% ed i ricoverati che passano da 8.577 a 6.482). Si delinea dunque una svolta, con tutte le Regioni e le province autonome che sono classificate a rischio basso.

Anche la rilevazione su base giornaliera indica numeri decrescenti, sia pure con delle fluttuazioni fisiologiche. Sono infatti 73 i morti per Covid registrati dal bollettino del ministero della Salute nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 59 ), mentre i positivi sono stati 2.557. Il tasso di positività scende e si attesta all’1,1% e sono 836 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, con un calo di 56 rispetto a ieri, mentre diminuiscono di 229 unità i ricoverati nei reparti ordinari, che sono in totale 5.488.

Numeri che indicano, ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro in conferenza stampa al ministero della Salute, che “il trend di decrescita continua a confermarsi”. Un dato importante, ha aggiunto, è appunto quello dell’incidenza: “È a 32 a livello nazionale e quasi tutte le Regioni tranne una sono sotto ai 50 casi per 100mila abitanti, soglia che rende possibile la ripresa del tracciamento stabile dei casi”.

È la Valle d’Aosta l’unica con incidenza sopra 50 con 56 casi ogni 100mila abitanti. Insomma, la situazione “sta migliorando in tutta Europa, ma l’Italia è tra i Paesi che in assoluto stanno meglio”, ha commentato, aggiungendo che attualmente l’età media dei nuovi contagi è inferiore ai 40 anni. Un risultato reso possibile, per la gran parte, dalla campagna vaccinale. Con l’inizio delle vaccinazioni, infatti, “c’è stata un’immediata decrescita dei casi in tutte le categorie di popolazione.

La stessa cosa – ha sottolineato – vale per le ospedalizzazioni, la mortalità e gli ingressi in terapie intensiva. L’impatto delle vaccinazioni è quindi significativo e le vaccinazioni sono protettive”. Sulla stessa linea il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, per il quale “verosimilmente per settembre-ottobre avremo tre quarti di popolazione con vaccinazione fatta” e questo “significa aver raggiunto quella che è la protezione di gregge”.

Anche secondo il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, “la campagna vaccinale sta dando risultati soprattutto nella riduzione delle malattie gravi e della mortalità”. La trasmissione del virus sta diminuendo nonostante le riaperture perché, ha inoltre chiarito, “le chiusure dei mesi scorsi hanno portato a una ‘diluizione’ dei casi, quindi ora la probabilità di incontrare persone infette è diminuita. Ciò ha instaurato un circolo virtuoso con una tendenza continua alla diminuzione dell’incidenza”.

Quanto ad una eventuale recrudescenza dell’epidemia, la “probabilità è bassa se il trend continua ad essere questo, ma – ha concluso – bisogna essere prudenti. Inoltre, è pericoloso lasciar correre il virus in Paesi molto popolati, per il rischio del formarsi di nuove varianti, e quindi bisogna accelerare le campagna di vaccinazioni anche fuori dall’Europa”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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