Mosca arresta sull’aereo l’oppositore di Open Russia

Agenti della polizia russa bloccano una strada durante una manifestazione dell'opposizione.
Agenti della polizia russa bloccano una strada durante una manifestazione dell'opposizione.EPA/YURI KOCHETKOV

MOSCA. – Blitz, arresti e perquisizioni a tappeto. A tre mesi dalle elezioni parlamentari in programma a settembre, la repressione del dissenso nella Russia di Putin non accenna a rallentare. A San Pietroburgo il direttore del disciolto gruppo d’opposizione Open Russia, Andrei Pivovarov, è stato fermato dalla polizia e fatto scendere all’ultimo minuto da un aereo già pronto a decollare alla volta di Varsavia.

Un’operazione insolita, che avviene poco più di una settimana dopo che le autorità bielorusse hanno suscitato indignazione in tutto il mondo costringendo un Boeing della Ryanair ad un atterraggio fuori programma a Minsk per un allarme bomba poi rivelatosi infondato e il cui vero obiettivo, secondo molti, era arrestare il dissidente Roman Protasevich e la sua ragazza, che viaggiavano su quell’aereo.

“Questa azione è inusuale perché se i russi volevano arrestare questa persona potevano farlo prima dell’imbarco”, ha detto il vice ministro degli Esteri polacco Piotr Wawrzyk commentando l’arresto di Pivovarov. Il dissidente ha 39 anni e rischia di trascorrerne sei dietro le sbarre. Oggi è stato trasferito a Krasnodar, nel sud della Russia, da dove è partita l’inchiesta contro di lui.

Gli investigatori lo accusano di pubblicazioni a sostegno di “un’organizzazione non desiderabile” che risalgono allo scorso agosto. Ma lo stesso ramo internazionale di Open Russia era stato bollato con l’infamante etichetta di “organizzazione non desiderabile” quattro anni fa e in Russia gli attivisti continuavano a lavorare attraverso un ente a sé stante, che era guidato appunto da Pivovarov.

Open Russia è stata fondata da Mikhail Khodorkovsky, l’ex magnate del petrolio e bestia nera del Cremlino che ora vive all’estero dopo aver trascorso dieci anni in prigione per una condanna che molti ritengono politica. Il gruppo in Russia si è sciolto il 27 maggio per evitare grane ai suoi iscritti dopo che alla Duma hanno proposto una nuova stretta sulle organizzazioni non desiderabili.

I guai con la giustizia per Pivovarov sono però arrivati lo stesso, e dopo appena quattro giorni. Secondo il team di Pivovarov, gli agenti nella notte hanno pure perquisito l’appartamento del dissidente a San Pietroburgo.

Non si è fatta attendere la reazione dell’Ue che in una nota del portavoce del servizio di azione esterna ha esortato le autorità russe a rilasciare “immediatamente e senza condizioni” l’attivista. “Questo caso non è un incidente isolato, ma conferma un modello continuo di riduzione dello spazio per la società civile, l’opposizione e le voci critiche, nonché i media indipendenti nella Federazione Russa”, ha denunciato l’Ue.

E infatti stamattina nuove perquisizioni sono state denunciate nelle abitazioni di altri oppositori. Dmitri Gudkov, un ex deputato, ha fatto sapere che la polizia è entrata nella sua casa di campagna alle porte di Mosca e nelle abitazioni di due suoi alleati. “C’è una perquisizione nella mia dacia vicino Kolomna”, ha scritto Gudkov su internet.

“Non conosco il motivo formale. Quello reale però è chiaro”. Il padre di Dmitri Gudkov, Ghennadi Gudkov, anch’egli ex deputato e ora all’estero, ha detto che nelle stesse ore la polizia si è presentata pure nelle abitazioni di altri familiari. “Una magnifica mattina nella Russia di Putin”, ha commentato con sarcasmo.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA).

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