Geriatra: “Covid trauma collettivo per gli anziani”

Due anziani con la mascherina in giro per la città. L'utilizzo delle mascherine è obbligatorio.
Due anziani con la mascherina in giro per la città. ANSA/LUCA ZENNARO

BOLZANO. – Sono gli anziani i più colpiti dalla pandemia, sia per quanto riguarda il tasso di mortalità, sia per i cosiddetti effetti collaterali. Alle vaccinazioni anti-Covid, che in Alto Adige per gli over 80 sono in corso da una ventina di giorni, si presentano anziani debilitati che da marzo non escono di casa.

Christian Wenter, primario del reparto di geriatria del comprensorio sanitario di Merano, parla di un “trauma collettivo”. Invitati a rinchiudersi in casa, a non ricevere i propri familiari, sono stati definiti tout court persone a rischio. “Sentirsi dire che l’85% dei decorsi gravi colpisce anziani e che a morire sono soprattutto anziani è un trauma collettivo per questa fascia d’età”, aggiunge Wenter.

“Sono fasce deboli che risentono di più di questa pandemia in assoluto e il rischio è che con il perdurare della pandemia ci sia tutta una generazione traumatizzata, viste anche le prospettive di vita, probabilmente anche per il resto della propria vita”.

Il medico geriatra individua due approcci: “C’è chi in modo fatalistico accetta la sfida, mentre la maggioranza è spaventata, impaurita e tende a isolarsi e ad evitare tutti i contatti pur di non contrarre questo virus”.

“Abbiamo studiato da anni, anche prima della pandemia, il fenomeno della solitudine e dell’isolamento – prosegue il geriatra -. Per questo, è altamente preoccupante ciò che sta avvenendo. Con il perdurare della situazione la sofferenza naturalmente aumenta”.

Le conseguenze sono sotto gli occhi degli operatori sanitari che si occupano della campagna vaccinale. “Vediamo persone – riferisce Wenter – che ci dicono che da marzo scorso non sono più usciti di casa, nemmeno durante l’estate, e vedono il vaccino come l’unica via d’uscita”.

“Notiamo già quando entrano dalla porta – aggiunge il medico meranese – che hanno perso la loro sicurezza, la deambulazione. Così il rischio di cadute aumenta e sappiamo che l’isolamento sociale è un fattore di rischio equiparabile a tutti gli altri fattori di rischio, per esempio quelli cardiovascolari. Ne risente tutto l’organismo fino al sistema immunitario e questo li rende ancora più fragili”.

“Agli anziani consiglio di non cedere alla rassegnazione totale. Con il vaccino, si può approfittare per uscire un po’, con la dovuta prudenza, e andare all’aria aperta. Bisogna sfruttare i media digitali, anche se per gli anziani non è facile. La pandemia prima o poi terminerà ed ogni anziano, qualunque sia la sua età, avrà ancora un periodo da vivere. Occorre mantenere delle prospettive anche in questa fase che sembra interminabile e pensare concretamente al futuro”, conclude Wenter.

(di Stefan Wallisch/ANSA)

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