Lite in Lombardia sulla zona rossa, bagarre in Aula

Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso del suo discorso in Aula al Pirellone a Milano
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso del suo discorso in Aula al Pirellone a Milano, 26 Gennaio 202. Ansa/Matteo Corner

MILANO. – Sei consiglieri espulsi, due censurati e seduta interrotta a più riprese con l’abbandono dell’Aula da parte delle opposizioni all’insegna della protesta ‘Senza dati non si va avanti’. E’ questo il bilancio della giornata ad altissima tensione andata in scena oggi nell’Aula del consiglio regionale della Lombardia in occasione della comunicazione del governatore Attilio Fontana sull’errata zona rossa.

Un chiarimento sollecitato dalle stesse minoranze dopo lo scontro tra Regione e Governo sul ricalcolo dell’Rt, finito tuttavia in bagarre tra i consiglieri a suon di fischi, cori e cartelli. A innescare la miccia, il gesto dell’esponente di +Europa Michele Usuelli, accompagnato fuori dall’Aula dalla Digos dopo essersi inginocchiato davanti al tavolo della Giunta ‘pregando’ che i dati disaggregati sulla pandemia fossero resi pubblici.

Da qui l’escalation di insulti tra maggioranza e opposizione, tra cartelli e fischietti celati sotto le mascherine, culminati nel pomeriggio con l’uscita dall’Aula di tutti i consiglieri di minoranza (tranne l’ex Pd Patrizia Baffi). “Eccessi” mai visti “nella terza assemblea legislativa d’Italia” secondo il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, costretto a sospendere a più riprese la seduta fino all”Aventino’ delle minoranze.

La mattinata era iniziata con l’ironica consegna di un pallottoliere a Fontana, da parte dell’esponete dem Pietro Bussolati. Fontana aveva poi iniziato il suo intervento, ribadendo la posizione della Regione nella polemica con Ministero della Salute e Iss sui dati ‘sbagliati’ che avevano portato per una settimana la Lombardia nella fascia delle massime restrizioni:

“La misura è colma, la mancanza di rispetto nei confronti dei lombardi e della Lombardia è andata oltre il limite. La mancata registrazione dei guariti è una falsa notizia. Non accetto calunnie o mistificazioni della realtà” le parole pronunciate dal governatore.

Poi la conferma che il ricorso al Tar contro la zona rossa “proseguirà nel merito e verrà implementato con l’impugnazione dei verbali della Cabina di regia, del Cts” oltre che dell’ordinanza del Ministero che ha riclassificato la Lombardia in zona arancione, nella parte in cui si parla di rettifica dei dati da parte della Regione.

L’Istituto Superiore di Sanità però conferma la sua versione: l”‘Iss – spiega in una nota – ha inviato 54 segnalazioni di errori, incompletezze e/o incongruenze alla Regione Lombardia, l’ultima il 7 gennaio scorso”. E non solo,.

“La Lombardia ha segnalato da maggio fino al 20 gennaio una grande quantità di casi, significativamente maggiore di quella osservata in altre regioni, con una data di inizio sintomi a cui non ha associato uno stato clinico e che pertanto si è continuato a considerare inizialmente sintomatici. Inoltre nell’ultimo periodo ha classificato un gran numero di questi come guariti senza uno stato clinico sintomatico riportato”.

Prima di arrivare in Consiglio, partecipando a un incontro di Finlombarda, Fontana era tornato a chiedere a Roma “ristori immediati per i cittadini e le imprese che sono stati chiusi in zona rossa per una serie di errori da addebitare al Governo” confermando che è pronto il ‘Recovery plan’ lombardo da 36 miliardi.

Rientrato in Aula a metà pomeriggio, davanti ai banchi vuoti delle opposizioni, il governatore leghista ha incassato l’applauso e la solidarietà del centrodestra, che subito dopo ha approvato una mozione urgente di censura contro il ministro della Salute Speranza con la richiesta di un ‘maxi risarcimento’ nei confronti dei lavoratori danneggiati dalla errata zona rossa.

Domani lo scontro politico è destinato a spostarsi in commissione Sanità, dove è prevista l’audizione del direttore generale del Welfare Marco Trivelli e dell’assessore Letizia Moratti.

(di Silvia Egiziano e Tino Redaelli/ANSA)

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