Erdogan tende la mano all’Ue: “Torniamo al dialogo”

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (ANSA)

ISTANBUL.  – “Siamo pronti a rimettere le nostre relazioni con l’Europa sui binari giusti. Dobbiamo rendere il Mediterraneo orientale un mare di cooperazione per gli interessi comuni, piuttosto che una zona di concorrenza”.

Dopo mesi di scontri verbali e tensioni strategiche, Recep Tayyip Erdogan promette un anno di svolta. Di fronte agli ambasciatori Ue schierati ad Ankara, il presidente turco scommette su “un’agenda positiva” con Bruxelles e si augura che “gli amici europei mostreranno la stessa volontà”.

Parole che giungono nel pieno dell’offensiva diplomática lanciata dal suo governo per cercare di rompere l’isolamento verso Occidente, anche alla luce dell’incognita sulle future relazioni con gli Stati Uniti di Joe Biden.

Il leader di Ankara giura di voler mettere da parte il muro contro muro con Grecia e Cipro sulle esplorazioni energetiche nelle acque contese del Mediterraneo e gli scontri con la Francia, sfociati nei violenti attacchi personali con il presidente Emmanuel Macron. Forte anche del suo peso in molte partite cruciali, dalla Siria ai migranti, dalla Libia al Caucaso, Erdogan torna ora a tendere la mano.

“Non abbiamo abbandonato l’ambizione di una piena adesione all’Ue. Rendere il 2021 un anno di successo nelle relazioni è alla nostra portata”, assicura il presidente turco, suggerendo che il suo Paese potrebbe colmare il vuoto lasciato dalla Brexit.

Intanto, ha già incassato un primo importante segnale di apertura: la ripresa dopo quasi cinque anni dei “colloqui esplorativi” sulle dispute bilaterali con la Grecia, il prossimo 25 gennaio a Istanbul.

Trattative che si annunciano lunghe e complesse, con Erdogan pronto a ribadire il rifiuto di visioni “massimaliste” che mirino a “rinchiudere la Turchia entro le sue spiagge” e a chiedere all’Ue “alternative realistiche” su Cipro, come una soluzione con “due popoli e due Stati”.

Ma il ritorno ai negoziati è già una svolta, dopo i timori di derive militari dello scorso anno. E già prima di tornare al tavolo con gli inviati di Atene, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu sarà il 21 gennaio a Bruxelles per riannodare i fili del dialogo in vista del Consiglio europeo di marzo, che minaccia di tradurre in pratica lo schema di sanzioni per le “azioni unilaterali” di Ankara delineato a dicembre.

“Noi – ha assicurato a sua volta il capo della diplomazia turca agli ambasciatori Ue – vediamo il nostro futuro in Europa e vogliamo costruirlo insieme”.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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