L’Italia dice sì alla riforma del Mes. Caos M5s e nervi tesi coalizione

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, a margine della conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare i contenuti della manovra, Roma
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, a margine della conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare i contenuti della manovra, Roma, 19 ottobre 2020. (Filippo Attili/Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – L’Italia dice sì alla riforma del Mes. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, di prima mattina, annuncia alle commissioni Bilancio, Politiche Ue e Finanze di Camera e Senato una decisione che, nel governo italiano, era data per pacifica. E che, in serata, viene certificata all’Eurogruppo.

Ma il sì alla riforma del fondo salva-Stati, vero e proprio Belzebù nel bestiario pentastellato, getta il M5S nello psicodramma. In Parlamento, gli interventi contrari alla riforma si susseguono e a nulla vale che sia il capo politico Vito Crimi a certificare il sì del Movimento ribadendo, allo stesso tempo, il più assoluto “no” all’attivazione del Mes sanitario. Che ora appare, se possibile, ancora più lontano.

Gualtieri precisa che il sì alla riforma del Mes “non investe in alcun modo l’utilizzo del fondo” ad hoc anti-pandemia. Definisce l’accordo sancito in serata dall’Eurogruppo “di importanza strategica per rafforzare l’Unione bancaria e assicurare un’ulteriore rete di sicurezza per la stabilità del sistema bancario”. Sottolinea come i termini delle clausole di azione collettiva (le Cacs), collegate ai titoli del debito pubblico, siano migliorati, così come i termini dell’analisi di sostenibilità del debito (Dsa) e della capacità di rimborso dei Paesi.

Ma Gualtieri si apre un vero e proprio fuoco di fila. Il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, arriva ad evocare “una responsabilità penale” di Gualtieri per un sì che, attacca il leghista, è “privo di mandato”. “Affermazioni che si commentano da sé”, taglia corto il titolare del Tesoro.

Ma la frattura nella maggioranza è netta. Da Elio Lannutti a Raphael Raduzzi fino ad Alvise Maniero, da una parte del Movimento arriva, chiara, la contrarietà alla riforma. E’ l’ala “dibattistiana”. Quella che accusa i vertici del M5S di essersi piegati alla logica del compromesso.

“La riforma del Mes e il suo utilizzo, l’eventualità di farvi ricorso, sono due elementi totalmente distinti. Il nostro Paese non ha alcuna necessità di farvi ricorso. Al contempo non impediremo l’approvazione delle modifiche al trattato”, spiega Crimi. Finendo esso stesso nel mirino dei dissidenti.

“Parla a titolo personale, Gualtieri negozia senza il mandato di una forza che rappresenta i 2/3 della maggioranza”, attacca l’eurodeputato Ignazio Corrao. A difendere Crimi l’ala governista e più moderata, a partire dal presidente della commissione Politiche Ue Sergio Battelli. Nel M5S “di governo” si punta ad un altro obiettivo: la proposta – lanciata da Riccardo Fraccaro – di una “Green rule” europea che permetta di scorporare gli investimenti sostenibili dal deficit.

A Palazzo Chigi si guarda ora più che mai al Recovery Plan. Ma la cabina di regia dei 6 top manager (possibile che siano esponenti di partecipate) coordinati dal “triunvirato” composto da Giuseppe Conte, Gualtieri e Patuanelli (con il ministro Enzo Amendola a fare da referente per l’Ue) continua a mietere scetticismo in una parte del Pd e ad inviperire Iv, tagliata fuori dal board e già in fibrillazione per le resistenze di Conte al rimpasto.

Ma il presidente del Consiglio tira dritto: la task force sarà inserita, con un emendamento del governo, nella legge di bilancio. Magari direttamente in Aula. “Il coinvolgimento di tutti i ministeri sui progetti c’è già ed è nel Ciae. La cabina di regia si occuperà dell’attuazione dei programmi, e lì ci sono i ministeri coinvolti nella spesa, Mef e Mise”, spiega una fonte vicina al dossier. Del resto, aggiunge una fonte di governo, è la stessa Ue a richiedere una task force per il rispetto dei tempi.

Ma sul Recovery la tempesta non finirà presto. “Preso atto delle parole del premier al Corriere, Iv espliciterà la propria posizione ai tavoli della coalizione e in Parlamento durante la sessione di bilancio”, avverte Ettore Rosato. Facendo forse riferimento alla parte del colloquio smentita da Palazzo Chigi, quella in cui Conte stoppa il rimpasto “per non rincorrere le ambizioni di qualcuno”. E in serata, non a caso, il tavolo di maggioranza sul programma inizia malissimo: “noi facciamo proposte, qui si rinvia all’infinito”, attaccano i renziani.

(di Michele Esposito/ANSA)

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