Metalmeccanici, il 5 novembre sciopero nazionale

ROMA.  – A meno di ventiquattro ore dalla rottura delle trattative sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno indetto per il 5 novembre lo sciopero nazionale contro il blocco dei salari.

La decisione è stata presa alla luce delle proposte avanzate dalle associazioni di categoria, Federmeccanica e Assital, durante il tavolo di contrattazione, che prevedono un adeguamento salariale in linea con l’inflazione.

Un’offerta che i sindacati hanno definito “inaccettabile” e rispedito al mittente. Le imprese chiedono un aumento dei salari di 40 euro lordi per tre anni, in linea con l’Ipca, ossia l’indice che misura il tasso d’inflazione armonizzato per i Paesi dell’Ue. Una cifra troppo distante da quanto chiesto dai sindacati che prevedono un aumento di 145 euro lordi in tre anni.

Durante la conferenza stampa, in cui erano presenti tutti e tre i segretari generali, i sindacati hanno ribadito come la posizione di Federmeccanica sul blocco dei salari fosse antecedente alla pandemia da Covid-19. Un atteggiamento che non prende in considerazione i sacrifici fatti dai lavoratori tra mesi di cassa integrazione e il rischio dei licenziamenti.

“Siamo convinti che la linea di Confindustria sia una línea suicida”, ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. “Una linea che sta già mettendo in discussione la stessa tenuta di Confindustria”. “Tutte le categorie sindacali – ha sottolineato Palombella – sono unite in questa partita, il nostro è un obiettivo comune, come dimostra la linea rigida delle altre confederazioni nei confronti di Bonomi e di Confindustria”.

Parole a cui hanno fatto eco quelle del segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, che blocca sul nascere qualsiasi polemica contro un sindacato fuori dalla realtà: “Guai a pensare che c’è un sindacato che viaggia nei suoi riti. Questo è un sindacato perfettamente consapevole di cosa significhi fare impresa nell’incertezza e per i lavoratori avere posti sicuri”.

“Vogliamo – conclude Benaglia –  contestualizzare gli elementi elaborati nella piattaforma del 2019, una piattaforma che tiene conto del fatto che molte aziende non hanno rispettato il contratto precedente, che prevedeva, tra l’altro, l’allargamento della contrattazione di secondo livello e le 24 ore di formazione nell’orario di lavoro. Questi impegni non sono stati attuati”

La segretaria generale  Fiom, Francesca Re David, ha invitato il governo e i partiti di maggioranza a prendere una parte nella definizione del contratto collettivo. “Riteniamo che devono essere coinvolti tutti i partiti nel rinnovo del contratto”, ha detto la Re David, ricordando che ad oggi ancora non sia chiaro come il governo abbia intenzione di sostenere il lavoro alla fine dello Stato di emergenza.

Della stessa linea anche Palombella che allarga il livello di coninvolgimento alla politica: “Abbiamo già alcune prese di posizioni importanti di appoggio a noi e condanna a Federmeccanica su quello che è successo ieri” .

In mattinata, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha esortato le parti a non fermare le contrattazioni sul rinnovo dei contratti, sottolineando come negli ultimi decenni in Italia si è avuta una “stagnazione salariale” e ribadendo l’intenzione da parte del governo di detassare gli aumenti salariali.

(Lorenzo Rotella/ANSA)

Lascia un commento