Aggrediti per bacio gay, ferito amico che li difende

Gay, mano nella mano
Gay, mano nella mano. - ANSA/LUCA ZENNARO -

PADOVA. – Il marciapiede del ponte di Corso del Popolo dipinto con i colori dell’arcobaleno simboleggia una città che dei diritti della comunità Lgbt ha fatto una bandiera: eppure proprio Padova due notti fa, in pieno centro, è diventata teatro di una aggressione omofoba.

A farne le spese tre ragazzi: una coppia di giovani colpevole di essersi scambiata un gesto di tenerezza per strada e un loro amico, corso in loro difesa contro il branco, formato da quattro giovani e due ragazze. Se i primi se la sono cavata con molte ammaccature e tanto spavento, il terzo è finito all’ospedale per suturare una ferita alla testa provocata dal lancio di un bicchiere.

Tutto si è svolto la sera di venerdì, poco dopo il tramonto. Le vetrine dei negozi sono abbassate, i locali della movida notturna cominciano a riempirsi. Marlon e Mattias , 21 e 26 anni, stanno camminando mano nella mano tra il Caffè Pedrocchi e Piazza delle Erbe, nel cuore della città. Si scambiano un bacio, la miccia che scatena la rabbia di un gruppo di ragazzi. Volano insulti, poi i due fidanzati vengono inseguiti e raggiunti sotto i portici di Palazzo Moroni, sede del Comune. Volano, spintoni, calci ed epiteti discriminatori ripetuti più volte. In molti assistono dai bar alla scena, che si consuma in pochi secondi.

Il titolare e gli avventori del locale ‘Al Municipio’ vedono il gruppo di giovani che si accanisce contro la coppia. L’aggressione finisce solo quando gli agenti della Polizia municipale sentono le urlano e disperdono gli aggressori. A terra rimangono Marlon, Mattias e il loro amico, che viene trasportato in ospedale per una lacerazione guaribile in dieci giorni.

L’episodio, che segue di pochi giorni la conclusione degli appuntamenti del Padova Pride Village, non passa sotto silenzio: i due giovani fidanzati si recano dai Carabinieri e sporgono denuncia. Poi postano un video sui social. “Abbiamo deciso di raccontare quello che è avvenuto perché siamo stanchi di dover far fronte a episodi omofobi – dicono -. Vogliamo fare in modo che queste manifestazioni di odio e discriminazione non ci siano più”.

Il pensiero va alla morte di Willy, “ucciso dalla mascolinità tossica – affermano – e da questi comportamenti menefreghisti di fronte alla collettività e alla diversità”. Immediata la reazione del sindaco Sergio Giordani. “La nostra è una città libera – sottolinea, dicendo di sperare che vengano individuati gli autori del pestaggio – che non tollera prevaricazioni”.

Si dice “profondamente scosso” anche il deputato padovano Alessandro Zan “perché Padova è una realtà che, in particolare negli ultimi anni, ha fatto dei diritti e dell’inclusione una bandiera”. “Questo ennesimo attacco, nel cuore di una città all’avanguardia sul rispetto dei diritti, dimostra come la legge contro l’omotransfobia e la misoginia – conclude – non sia davvero più rinviabile: per questo in ottobre l’approveremo alla Camera, e poi passerà al Senato, dove verrà approvata definitivamente in tempi rapidi”.

(di Rosanna Codino/ANSA)

Lascia un commento