Linea dura Parlamento Europeo su Lukashenko, Lega si astiene al voto

Il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, in una foto d'archivio.
Il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, in una foto d'archivio.

BRUXELLES. – Il Parlamento europeo vuole sanzionare il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, condannandolo per le violente repressioni degli oppositori. É dura la linea adottata oggi dall’Eurocamera, riunita in plenaria, che ha approvato una risoluzione non legislativa annunciando che una volta scaduto, il 5 novembre, “il mandato del leader autoritario uscente”. Lukashenko non sarà più riconosciuto come Presidente del Paese.

Un monito che non è piaciuto affatto a Minsk che ha replicato a stretto giro. Il ministero degli Esteri bielorusso ha definito “esplicitamente aggressiva” e non costruttiva la risoluzione. “Siamo delusi – ha dichiarato in una nota – dal fatto che il parlamento Ue, che si posiziona come una struttura seria, oggettiva e democratica, non sia riuscito a trovare la volontà politica per guardare al di là del proprio naso, per superare la unilateralità e non diventare ostaggio dei luoghi comuni”.

La continua repressione ha allarmato gli eurodeputati che hanno approvato il testo a larga maggioranza  (574 sì, 37 no e 82 astensioni). Al voto la Lega si è astenuta mentre a favore del testo si sono espressi Pd, M5S, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Una posizione, quella del Carroccio, duramente criticata dal segretario dem Zingaretti e dal capodelegazione del Pd al Parlamento Europeo Benifei che ha definito la scelta del partito di Salvini un favore a Putin.

Intanto l’Unione europea, che non riconosce Lukashenko come presidente, si prepara a imporre sanzioni ai funzionari del regime. Misure che verranno discusse dai ministri degli esteri lunedì prossimo e poi sottoposte ai leader europei al vértice del 24 e 25 settembre. E sempre lunedì a Bruxelles alla riunione dei capi delle diplomazie dei 27 sarà presente anche Svetlana Tikhanovskaya, la principale candidata dell’opposizione alle contestatissime presidenziali, costretta a trasferirsi in Lituania subito dopo il voto.

Tra gli altri incontri a Bruxelles anche quello con il presidente del Pe David Sassoli.  La stessa Tikhanovskaya ha annunciato la preparazione di una lista nera degli agenti di polizia sospettati di violenze e torture contro i manifestanti pacifici. “Ci sono stati forniti i nomi di coloro che hanno torturato e picchiato la gente”, ha detto Tikhanovskaya, ripresa dall’agenzia Interfax.

Nelle stesse ore l’Eurocamera ha adottato una dura presa di posizione anche su un altro dossier, quello sull’avvelenamento dell’oppositore russo Alexei Navalny.  Gli eurodeputati hanno approvato una risoluzione non legislativa che ha chiesto l’avvio immediato di un’indagine internazionale sul caso e sulle presunte violazioni degli impegni internazionali in materia di armi chimiche della Russia, esortando Mosca a cooperare pienamente.

Il Parlamento Ue ha anche invitato gli Stati membri ad adottare una posizione chiara, in particolare mettendo rapidamente in atto misure restrittive ambiziose contro la Russia e rafforzando quelle già esistenti.

La Lega ha votato contro mentre il M5S ed il Pd si sono spaccati: i dem hanno dato il loro assenso al testo insieme a Forza Italia, mentre gli eurodeputati pentastellati si sono astenuti come ha fatto anche Fratelli d’Italia. L’Ipotesi di sanzioni da parte del Pe è “antirussa”, ha tuonato da Mosca la portavoce del ministero degli Esteri.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSA)

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