Semplificazioni: nodo appalti, da tempi a lavoro nero

Un cantiere della ricostruzione post sisma di Norcia, ANSA / GIANLUIG
Un cantiere della ricostruzione post sisma di Norcia, ANSA / GIANLUIGI BASILIETTI

ROMA.  – Al Senato si lavora senza sosta sul decreto Semplificazioni, che va convertito in legge entro metà mese. Quello a palazzo Madama è solo il primo passaggio e, al netto delle proposte giudicate inammissibili, restano da vagliare circa 1.700 emendamenti.

Il voto nelle commissioni Affari Costituzionali e Lavori pubblici dovrebbe iniziare in serata e proseguire ad oltranza per tutta la settimana. Ma non mancano i fronti caldi, sia all’interno della maggioranza sia con l’opposizione.

A Liberi e Uguali non vanno giù le misure sull’edilizia, che agevolano demolizioni e ricostruzioni, mentre Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno presentato delle modifiche per allungare i tempi delle deroghe al Codice degli appalti, estendendo ben oltre il termine del 21 luglio le nuove procedure per gli affidamenti dei lavori.

Non sono questi i soli nodi. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, insiste sull’emendamento a sua firma. Per un intervento, spiega, volto a  “sburocratizzare” l’ammodernamento degli stadi di calcio. Progetti per cui, sottolinea, “ballano miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro, spesso bloccati dal niet delle sovrintendenze”.

La norma da inserire prevede, in sostanza, che una volta ottenuto il via libera del Comune si possa procedere alla demolizione, alla trasformazione o alla ricostruzione.

C’è poi un emendamento del Pd, che sta a cuore anche alla Cgil. Si tratta della proposta avanzata dal senatore dem Franco Mirabelli, con l’obiettivo di contrastare il lavoro nero nei cantieri. La presentazione del Durc, il documento che attesta la regolarità contributiva, diventerebbe obbligatoria laddove si voglia beneficiare del superbonus al 110%.

E il Durc dovrebbe anche includere la “verifica di congruità” sulla mano d’opera, per certificare la proporzionalità tra il numero di unità impiegate e il lavoro da realizzare.

“Ci aspettiamo che il Governo approvi e sostenga” l’emendamento, incalza il sindacato. La ripresa, rimarca la Cgil, può essere “pienamente garantita” sostenendo occupazione di qualità e in sicurezza, anche a tutela delle imprese corrette “che non possono subire la concorrenza sleale dei “furbetti del cantierino” o di chi si improvvisa imprenditore edile”.

Tanti gli emendamenti che mirano a prorogare la disciplina speciale sugli appalti, anche fino al 2023, mentre oggi la finestra è di un anno. Fino a quella data è previsto l’affidamento diretto per lavori di importo inferiore a 150.000 euro. Dopo di che si passa a una procedura negoziata, senza bando, previa consultazione di un numero di operatori variabile, fino ad arrivare alla soglia di rilevanza comunitaria.

Vanno in questo senso le proposte con primi firmatari Luigi Augussori (Lega), Massimo Mellegni (Fi), Massimo Ruspandini (Fdi). Dovrebbero invece avere vita facile le modifiche per abbassare a 75 mila euro la soglia per l’affidamento in caso di servizi di ingegneria e architettura.

Lo stesso vale per l’emendamento che rende obbligatoria la pubblicazione del bando anche per i lavori sotto soglia, inserendo pure il principio della rotazione, affinché ad aggiudicarsi l’appalto non siano sempre gli stessi.

(Marianna Berti/ANSA)

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