Al via lockdown anomalo nel paese arabo al collasso economico

Agenti sanitari disinfettano le strade di Beirut.
Agenti sanitari disinfettano una strada di Beirut. (Ansalatina)

BEIRUT. –  Sale in maniera esponenziale il numero di contagiati da coronavirus in Libano, già martoriato dalla grave crisi economico-finanziaria. E il governo ha ordinato un nuovo lockdown a partire da oggi ma che sarà effettuato soltanto per due weekend successivi.

In Libano si sono finora registrati 55 decessi accertati e 4.200 casi positivi. Ma di questi ultimi, la metà si sono verificati nelle ultime 4 settimane di luglio, mentre tutti gli altri si sono registrati da febbraio a giugno.

Una vera e propria impennata di casi, coincisa con la riapertura il 1 luglio scorso dell’aeroporto, che ha spinto il governo a cercare un compromesso tra una sorta di lockdown e sostegno alle attività commerciali. L’aeroporto però rimarrà aperto e funzionante, con una capacità ridotta del 10%.

Dopo aver decretato la chiusura totale da metà marzo ai primi di maggio, si chiude infatti da oggi fino a lunedì sera, ma poi si riaprirà tutto martedì e mercoledì prossimo, per poi richiudere dal 6 al 10 agosto, nel fine settimana successivo.

La chiusura di questo fine settimana coincide con le celebrazioni della festa del Sacrificio, la Id al Adha, la principale ricorrenza del calendario islamico e che per tradizione spinge le famiglie a riunirsi in casa e nelle strade.

La situazione in Libano è al collasso con un degrado economico e sociale palpabile: la carenza di combustibile per alimentare le centrali elettriche e i generatori privati sta causando frequenti black out anche nel centro di Beirut. La corrente è razionata e in molte zone del paese manca anche per 18 ore al giorno.

L’interruzione di elettricità causa disagi molto forti, come l’assenza di internet e l’impossibilità di azionare condizionatori d’aria in una estate particolarmente torrida.

Questo mentre la lira locale è sempre più svalutata rispetto al dollaro, e i tassi di disoccupazione e di inflazione sono alle stelle. Il potere d’acquisto dei salari pubblici, compreso quello dei poliziotti e dei militari, si è ridotto di più di della metà.

Secondo molti, questa chiusura anomala non soddisfa né le esigenze sanitarie di limitare la diffusione del virus, né le esigenze di salvaguardare quel che rimane dell’economia del paese.

(di Lorenzo Trombetta-ANSA)

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