Russia, ex marine condannato a 16 anni per spionaggio

L'ex marine Paul Whelan sostiene un foglio con la scritta : "processo farsa" nel tribunale di Mosca.
L'ex marine Paul Whelan sostiene un foglio con la scritta : "processo farsa" nel tribunale di Mosca. EPA/YURI KOCHETKOV

MOSCA.  – La sentenza è arrivata puntuale e pesante come ci si aspettava. Il tribunale di Mosca ha condannato l’ex marine Paul Whelan a 16 anni di reclusione in un carcere di massima sicurezza accusandolo di essere una spia degli Stati Uniti.

Lui però si dice innocente, sostiene di essere vittima di “un teatrino politico” e durante l’udienza ha mostrato un foglio su cui c’era scritto “Processo farsa”.

Gli Usa difendono Whelan a spada tratta, si dicono “indignati” e chiedono “l’immediata liberazione” del loro concittadino, ma pare che Mosca voglia prima eventualmente coinvolgere l’ex militare in una sorta di “scambio di prigionieri” con Washington.

Whelan, che oltre ad avere il passaporto statunitense è anche cittadino di Gran Bretagna, Canada e Irlanda, è stato arrestato dai servizi d’intelligence russi il 28 dicembre del 2018 mentre si trovava in una camera dell’albergo Metropol di Mosca.

Gli 007 dicono di averlo trovato in possesso di una chiavetta Usb che conteneva informazioni top secret, ma lui sostiene di essere stato incastrato e che era convinto che nella chiavetta, consegnatagli da un conoscente russo, ci fossero solo le foto di una vacanza.

Whelan dice di essere andato a Mosca per un matrimonio. “Pensavano di aver catturato James Bond in missione, ma in realtà avevano rapito Mr Bean in vacanza”, aveva spiegato a ottobre il 50enne.

Secondo le autorità russe, Whelan svolgeva invece attività di spionaggio e la pubblica accusa – stando a quanto riferisce l’avvocato del cittadino americano – a fine maggio aveva chiesto una condanna a 18 anni di reclusione sostenendo che l’imputato fosse un ufficiale dell’intelligence Usa, “almeno” con il grado di “colonnello”.

Whelan è stato dimesso con disonore dal corpo dei marine e ha poi lavorato come responsabile della sicurezza in una società privata.

Il cittadino americano nei mesi scorsi ha denunciato di non aver ricevuto adeguate cure in carcere e a maggio è stato operato per un’ernia. Oggi ha detto al giudice di non aver compreso la sentenza perché le udienze a porte chiuse sono state svolte in russo senza rispettare il diritto a una traduzione in inglese per l’imputato che evidentemente non mastica abbastanza bene la lingua russa.

“Gli Stati Uniti sono indignati dalla decisione di una corte russa di condannare il cittadino Usa Paul Whelan dopo un processo segreto, con prove segrete e senza appropriate concessioni per i testimoni della difesa”, ha dichiarato il segretario di Stato Mike Pompeo. Mentre dal Cremlino assicurano che è tutto regolare e che il cittadino americano non è un prigioniero politico.

L’avvocato di Whelan, Vladimir Zherebenkov, ha fatto sapere che il suo assistito intende impugnare la sentenza in appello ma che non esclude la possibilità di chiedere formalmente la grazia a Putin. A quel punto, in teoria, Whelan potrebbe entrare in una trattativa tra Russia e Usa per il rilascio di detenuti.

Secondo Zherebenkov, Mosca sarebbe interessata alla liberazione di Viktor Bout, condannato a 25 anni per vendita illegale d’armi, e del pilota d’aereo Konstantin Yaroshenko, in carcere negli Stati Uniti con l’accusa di traffico di stupefacenti.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA)

Lascia un commento