Lavoro cresce poco, è boom solo per il part time

Lavoratori part time cominciano la giornata.
Lavoratori part time cominciano la giornata. (ANSA)

ROMA. – L’Istat certifica una crescita dell’occupazione anche per il 2019, con 145 mila posti in più. Sono così sei gli anni di fila che si sono chiusi in positivo, ma stavolta l’aumento “è meno intenso” ed è tutto dovuto al part time: “in nove casi su dieci” coincide con posti di lavoro a orario ridotto, che sfiorano i 4,5 milioni. E spesso è un’imposizione. Ecco che il cerchio si chiude e i conti tornano, anche se in rosso. Il mercato del lavoro, dopo aver retto a un Pil stagnante, mostra i primi segnali di fiacca.

Posto che la ripresa dell’occupazione in termini di “teste” c’è stata, riportando il tasso a un livello record. Ma dopo lo slancio della prima metà dell’anno, nella seconda parte si registra un sostanziale stallo. Il numero delle persone a lavoro, pari a 23 milioni 381 mila, nel quarto trimestre del 2019 rimane sostanzialmente invariato su base congiunturale.

E lo stesso era accaduto nel trimestre precedente. Vero è anche il calo della disoccupazione, che si accompagna a una riduzione degli inattivi dovuta dal venir meno dell’effetto scoraggiamento.

Il tasso dei senza lavoro l’anno scorso si è arrestato al 10%. E’ il dato più basso da otto anni. Nell’ultimo trimestre, poi, è sceso al 9,7%. Meglio va anche per i giovani: tra gli under25 resta alto a confronto con gli altri Paesi Ue ma comunque è nettamente inferiore ai precedenti picchi (28,4%). Ma dietro tutto ciò c’è il boom del part time. I numeri parlano da soli. Nel 2019 gli occupati aumentano (+145 mila), grazie alla spinta dell’orario ridotto: +130 mila. Per la prima volta in cinque anni, invece, “quasi si arresta” la crescita del tempo pieno (+15 mila).

Non solo, nella maggioranza delle situazioni, oltre il 60%, la scelta del part time non è volontaria, dovuta magari alla conciliazione dei tempi di vita con quelli del lavoro, per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Si lavora meno semplicemente perché non c’è alternativa, perché non si trova un posto a full time.

Certe tendenze invece restano, continuano nel 2019 così ad aumentare i divari territoriali, il tasso di occupazione cresce di più al Nord (+0,6 punti rispetto a +0,4 del Centro e +0,3 punti nel Mezzogiorno). Poi, nella ricerca di lavoro continua a prevalere l’uso dei cosiddetti canali informali: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa, seppure in lieve diminuzione. Ma tutto ciò accadeva nell’Italia pre-Coronavirus.

(di Marianna Berti/ANSA)

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