Trump frena sulla riduzione dei dazi alla Cina

Il Presidente della Cina Xi Jinping saluta al Presidente Donald Trump prima di un incontro bilaterale al margine del Vertice del G20 ad Osaka on June 29, 2019. (AFP/Brendan Smialowski )

NEW YORK.  – Nessuna intesa su un’eliminazione graduale dei dazi. Donald Trump frena sul mini accordo commerciale con la Cina, mettendo in dubbio l’annuncio del ministero del Commercio di Pechino e lasciando trapelare la spaccatura interna all’amministrazione americana sull’ipotesi.

Alla Cina “piacerebbe una riduzione, ma non c’è accordo su questo”, ha affermato il presidente Usa, spiegando che Pechino è consapevole della sua contrarietà a un’eliminazione totale dei dazi. “Sanno che non lo farò”, ha detto.

Una presa di posizione dura, quella di Trump, che alimenta i dubbi su come le trattative dietro le quinte stiano realmente procedendo.

L’ottimismo dei giorni scorsi lascia così spazio a una maggiore cautela a Wall Street e sulle borse europee, consapevoli comunque che le dichiarazioni contrastanti di Washington e Pechino potrebbero essere solo un gioco delle parti, una prova di forza.

E soprattutto che è impossibile seguire ogni tweet e ogni parola detta e non detta nell’ambito delle trattative.   Resta il fatto che l’accordo che sembrava praticamente fatto appare ora più sfuggente e che l’incertezza sull’esito dei negoziati sembra destinata a persistere.

Al momento infatti di certo non c’è nulla.  Sui contenuti dell’intesa si sa ben poco, e quel poco in via ufficiosa. Non si sa quando e soprattutto dove Trump e il presidente cinese Xi Jinping potrebbero incontrarsi per firmare la tregua commerciale.

Il tycoon è convinto che il faccia a faccia si terrà negli Stati Uniti ma a Pechino l’ipotesi non convince, tanto che nelle ultime ore erano circolate indiscrezioni su un possibile incontro in Europa.

Oltre ai messaggi contrastanti che arrivano da Washington e Pechino, non c’è chiarezza neanche all’interno della stessa amministrazione Trump. Solo giovedì un funzionario americano aveva confermato in via anonima ai media statunitensi che il mini-accordo includeva una rimozione graduale dei dazi, così come riferito dalla Cina.

Una versione sposata anche da Larry Kudlow, il consigliere economico di Donald Trump: “Se ci sarà il mini-accordo, ci saranno intese sui dazi e concessioni”.

Ma il fronte compatto dell’amministrazione è durato poco: i falchi della Casa Bianca hanno subito iniziato a far trapelare la loro opposizione agitando la contrarietà di Trump, che non vuole cedere di un millimetro con Pechino.

La partita però è complicata, soprattutto dal punto di vista politico. Con lo spettro dell’impeachment che incombe, Trump ha bisogno di un’intesa con la Cina per mettere le ali a Wall Street e non ostacolare l’economia in vista del 2020.

Pechino lo sa e tenta di ottenere il massimo nei negoziati. Solo un gioco della parti quindi, minimizza qualcuno. Ma un gioco pericoloso,  se a condurlo sono le due superpotenze mondiali.

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