NEW YORK. – Nessuna intesa su un’eliminazione graduale dei dazi. Donald Trump frena sul mini accordo commerciale con la Cina, mettendo in dubbio l’annuncio del ministero del Commercio di Pechino e lasciando trapelare la spaccatura interna all’amministrazione americana sull’ipotesi.
Alla Cina “piacerebbe una riduzione, ma non c’è accordo su questo”, ha affermato il presidente Usa, spiegando che Pechino è consapevole della sua contrarietà a un’eliminazione totale dei dazi. “Sanno che non lo farò”, ha detto.
Una presa di posizione dura, quella di Trump, che alimenta i dubbi su come le trattative dietro le quinte stiano realmente procedendo.
L’ottimismo dei giorni scorsi lascia così spazio a una maggiore cautela a Wall Street e sulle borse europee, consapevoli comunque che le dichiarazioni contrastanti di Washington e Pechino potrebbero essere solo un gioco delle parti, una prova di forza.
E soprattutto che è impossibile seguire ogni tweet e ogni parola detta e non detta nell’ambito delle trattative. Resta il fatto che l’accordo che sembrava praticamente fatto appare ora più sfuggente e che l’incertezza sull’esito dei negoziati sembra destinata a persistere.
Al momento infatti di certo non c’è nulla. Sui contenuti dell’intesa si sa ben poco, e quel poco in via ufficiosa. Non si sa quando e soprattutto dove Trump e il presidente cinese Xi Jinping potrebbero incontrarsi per firmare la tregua commerciale.
Il tycoon è convinto che il faccia a faccia si terrà negli Stati Uniti ma a Pechino l’ipotesi non convince, tanto che nelle ultime ore erano circolate indiscrezioni su un possibile incontro in Europa.
Oltre ai messaggi contrastanti che arrivano da Washington e Pechino, non c’è chiarezza neanche all’interno della stessa amministrazione Trump. Solo giovedì un funzionario americano aveva confermato in via anonima ai media statunitensi che il mini-accordo includeva una rimozione graduale dei dazi, così come riferito dalla Cina.
Una versione sposata anche da Larry Kudlow, il consigliere economico di Donald Trump: “Se ci sarà il mini-accordo, ci saranno intese sui dazi e concessioni”.
Ma il fronte compatto dell’amministrazione è durato poco: i falchi della Casa Bianca hanno subito iniziato a far trapelare la loro opposizione agitando la contrarietà di Trump, che non vuole cedere di un millimetro con Pechino.
La partita però è complicata, soprattutto dal punto di vista politico. Con lo spettro dell’impeachment che incombe, Trump ha bisogno di un’intesa con la Cina per mettere le ali a Wall Street e non ostacolare l’economia in vista del 2020.
Pechino lo sa e tenta di ottenere il massimo nei negoziati. Solo un gioco della parti quindi, minimizza qualcuno. Ma un gioco pericoloso, se a condurlo sono le due superpotenze mondiali.