Homs: “Basta armi ai ribelli”

ROMA – Il fronte dell’opposizione al presidente siriano Bashar al Assad, pur nato da un movimento pacifico, é ormai un insieme di milizie di diverse appartenze – dai Fratelli Musulmani ai salafiti ad Al Qaida – con molti stranieri nelle loro file, armate da potenze all’estero e che si combattono anche tra loro tenendo in ostaggio la popolazione siriana. Ne é convinta madre Agnes-Mariam de La Croix, superiora del monastero Deir Mar Yocoub di Qara, governatorato di Homs, e portavoce del Centro cattolico di informazione della diocesi locale. Sostenitrice dell’iniziativa ‘’Mussalaha’’, per la ‘’Riconciliazione’’ dal basso della societá siriana, é giunta a Roma per incontrare alcuni politici e media italiani. E lanciare il suo messaggio ad un Occidente che giudica troppo incline a letture unilaterali della crisi in atto da 16 mesi.

– Si smetta di armare le milizie – dice – e di favorire cosí un’invasione di mercenari che stanno seminando il caos e distruggendo gli equilibri interni della societá siriana. L’unica soluzione per la Siria puó venire solo dal suo interno, dopo un cessate il fuoco e con una piena attuazione del piano Annan.

E dunque no, dice la religiosa di origine palestinese, ad una risoluzione Onu basata sul capitolo 7 della Carta, che prevede anche l’uso della forza:

– Si é mai visto un intervento a fini umanitari che non abbia portato alla morte di civili?
Secondo madre Agnes la soluzione puó venire solo dal rendere parte attiva quella maggioranza, anche sunnita, che in Siria é costretta al silenzio proprio dalle bande armate che la tengono in ostaggio ‘’con il terrore’’, dice, cioé con minacce e rappresaglie sanguinose. Milizie ‘’indipendenti’’, ribadisce, che non appartengono all’Esercito libero siriano e compiono ‘’veri e propri crimini contro l’umanitá e i diritti umani’’.

– Chi sono, a chi obbediscono? – si chiede la religiosa. E denuncia la presenza tra i ribelli di estremisti ‘’dalla Libia, dal Mali, dal Sudan e dal Pakistan’’, oltre che di ufficiali turchi e di armi fornite da Arabia Saudita e Qatar. Ma é anche sulle proprie fonti di informazione che l’opinione pubblica e le diplomazie occidentali dovrebbero interrogarsi, secondo la religiosa di origine palestinese.

– Il Consiglio Nazionale Siriano, che pur viene molto ascoltato, non rappresenta nessuno nel Paese, e l’opposizione all’estero é divisa – sottolinea madre Agnes. Che peró diffida anche dei Comitati locali, ‘’molti dei quali – rileva – si impongono sulla popolazione locale’’, e sono parte di una rete che, teme, viene anch’essa diretta e attrezzata tecnologicamente dall’esterno. Quanto al futuro del presidente Assad, conclude, ‘’perché mai a decidere che deve andarsene devono essere quegli stessi che dall’estero armano i ribelli’’?.

La pace in Siria si puó ricostruire soltanto dall’interno, é la convinzione di Madre Agnes, e anche tenendo conto di quelle fasce di consenso che, rileva, per il presidente Assad nonostante tutto ancora restano.

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