Coni “guerra a Sport e salute”, la replica”per biglietti”

Stadio Olimpico
Tribuna d'onore dello stadio Olimpico. (pagineromaniste.com)

ROMA. – Il presidente del Coni, Giovanni Malagò dichiara guerra a Sport e Salute e al suo presidente e ad, Rocco Sabelli e lo fa in una lunga conferenza stampa al termine della Giunta nazionale. Distacco di parte del personale, sfratto a Sabelli, battaglia dei loghi e questioni d’onore sui biglietti dell’Olimpico, Malagò è un fiume in piena.

“Evidentemente ha perso il controllo dei nervi per la policy sui biglietti della tribuna dell’Olimpico”, replica inmediatamente attraverso l’ANSA una fonte qualificata di Sport e salute: concetto ribadito in serata dal presidente della società Rocco Sabelli, che, in una nota, definisce le parole del n.1 dello sport italiano “inaccettabili”.

Il tutto nella giornata in cui il premier Giuseppe Conte annuncia il ritorno del ministero dello Sport (in coabitazione con le politiche giovanili), affidato all’esponente dei M5S Vincenzo Spadafora.

La guerra è totale dopo un agosto che era iniziato bene con l’accordo sul contratto di servizio (“se non lo avessi firmato avrebbero commissariato il Coni”, le parole di Malagò) e culminato malissimo con la questione dei biglietti dello stadio Olimpico sottratti per la gran parte alla gestione del Comitato olimpico nazionale.

Con la delibera di oggi in Giunta Nazionale, il presidente del Coni Giovanni Malagò annuncia il distacco di una parte del personale da Sport e Salute: “110 persone verranno distaccate per passare al Coni, né più né meno con la stessa formula del Comitato paralimpico. Avevamo preso la decisione già prima della crisi di governo, per fare qualcosa di piccolo o ridimensionato, sulla base dei 40 milioni di euro che il Coni avrà dal governo”.

Questo il casus belli a detta di Malagò, che però in una lunga conferenza stampa va oltre e parla di “dignità” e “rispetto”, senza il quale da oggi “ognuno va per la sua strada”.

“Il Coni è diventato più piccolo ma con una grande dignità e che va avanti con la schiena dritta”, si dice convinto Malagò.

Il presidente e ad di Sport e Salute parla di “inaspettate, ingiustificate e inaccettabili dichiarazioni”, dicendosi “sorpreso per i toni e per il contenuto”, in quanto dal 6 agosto scorso “l’unica novità è la nostra policy sui biglietti della tribuna dell’Olimpico destinati allo sport sociale di base e ai dipendenti meritevoli, con conseguente fine delle clientele. Evidentemente Malagò ha perso il controllo dei nervi per questo”.

Tuttavia, la conclusione di Sabelli, nonostante “gli sgradevoli toni usati oggi, cui Sport e Salute non intende dare alcun ulteriore seguito, non modificheranno né rallenteranno in alcun modo l’implementazione dell’accordo del 6 agosto scorso, che seguirà i tempi e le modalità previsti, in coerenza con il nuovo quadro normativo adottato per la riforma dell’ordinamento sportivo”.

Malagò è un fiume in piena, sui biglietti chiarisce che non li vuole più per “dignità del Coni”, avvertendo che l’audit di Sabelli al riguardo “sarà un buco nell’acqua” ma dal gesto dice ora di aver “capito che persona è”.

Battaglia anche sugli immobili in uso al Coni, Palazzo H e Stadio dei Marmi: “Per sentenza sono nostri: consiglio, visto il clima consiglio a Sabelli di cambiare sede. E i soldi dell’affitto dei Marmi al Longines Global Champions Tour gentilmente possono darli al Coni perché non sono soldi che spettano a loro”.

Stesso discorso per il logo (“Non capisco perché devono usare un logo come il nostro, se ne facciano un altro”) e gli sponsor: “Sono tutti del Coni”. Comprese le auto in dotazione, oggi usate anche da Sport e Salute.

L’ultima stoccata è in chiave olimpica: “È incredibile l’ingerenza del presidente Sabelli che parla, non ho capito a che titolo, della questione dei rapporti tra Coni e Cio”. Una guerra che include anche la battaglia sulla legge delega di riforma dello sport: “Giorgetti – ha rivelato Malagò – mi ha comunicato che sarà il nuovo governo a occuparsene”. Ma quella sarà un’altra partita. Con un’altra maggioranza.

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