Clinton a Israele: “Agire e pensare assieme”

GERUSALEMME – Israele e Stati Uniti devono ‘’agire e pensare insieme’’: è il messaggio che il segretario di stato americano Hillary Clinton ha lanciato nel corso della sua visita – a distanza di due anni dall’ultima – nello Stato ebraico dove è giunta l’altra sera dall’Egitto, post Mubarak. Nei suoi incontri con i massimi responsabili di Israele, Clinton ha trovato sul tappeto i problemi attesi. Da quello, spinosissimo, dell’Iran e della sua minaccia nucleare con relativa corsa contro il tempo per vanificarla con ogni mezzo, agli equilibri di una area regionale agitata dalle ‘Primavere’, dalla crisi siriana, dall’arrivo al potere di Muhammad Morsi dei Fratelli Musulmani in Egitto con i suoi riflessi sul rapporto con Israele. A – non ultimo – lo stallo delle trattative fra palestinesi e israeliani, bloccate dai rispettivi veti delle due parti.
– Un periodo di incertezza – l’ha definito il segretario di stato che nei giorni scorsi è stata preceduta in Israele dall’arrivo di Tom Donilon, consigliere della sicurezza nazionale del presidente Obama, per riaffermare ‘’l’impegno risoluto’’ degli Usa per la sicurezza di Israele, vedi anche dossier Iran. E alla fine del mese – come a rimarcare questo impegno – dovrebbe visitare Israele, anche il segretario alla difesa Leon Panetta. Certo è che peròa fine mese in Israele arriverà anche il competitor repubblicano di Obama, Mitt Romney, critico nei confronti del presidente Usa per essere non a sufficienza a fianco dello Stato ebraico.

Hillary Clinton non ha tuttavia perso l’occasione per precisare che proprio nei momenti di incertezza, si presentano le ‘’occasioni’’.

– Abbiamo la possibilità di fare avanzare – ha sottolineato dopo l’incontro con il presidente Shimon Peres -i nostri obiettivi comuni in materia di sicurezza, stabilità, pace e democrazia. Per questo siamo chiamati – ha aggiunto – a essere intelligenti, creativi e coraggiosi.

A lei Peres ha ribadito che sul nucleare iraniano – che non deve però far dimenticare le ‘’speranze di pace’’ tra Israele e i palestinesi – c’è accordo nel mondo per ‘’considerare l’Iran, non il suo popolo, ma il suo governo, dotato di bombe e che segue una politica terrorista, come un pericolo per tutti’’. E sull’ Egitto, considerato ‘’paese chiave nel Medio Oriente, il presidente ha ricordato che l’accordo di pace con Israele del 1979 ‘’ha permesso di risparmiare centinaia di migliaia di vite’’.

Quello della ‘’concertazione’’ è stato un tema ripreso da Hillary Clinton anche in relazione ai cambiamenti imposti dalla ‘Primavere arabe’: i due paesi si muovano con questo obiettivo – ha detto prima di incontrare il ministro della difesa Ehud Barak – per mostrarsi all’altezza delle ‘’sfide’’ e delle ‘’opportunita’’’ che si presentano. ‘’Il contributo degli Stati Uniti alla pace nella regione – ha sottolineato Barak – e’ molto importante’’. A Gerusalemme Hillary Clinton ha visto anche il primo ministro palestinese Salam Fayyad: lo scorso 6 luglio a Parigi aveva gia’ incontrato il presidente Mahmoud Abbas che da domani sara’ invece a Roma.

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