Hiroshima, 74 anni fa il disastro atomico. Il Giappone si ferma

Hiroshima
Due donne pregano durante ill 74simo anniversario de la bomba atómica.(Tomohiro Ohsumi / Getty)

TOKYO.- A 74 anni esatti dalla catástrofe nucleare, la città di Hiroshima si ferma a commemorare le vittime e onorare i sopravvissuti, esortando i potenti del mondo a non seppellire i ricordi. “Chiedo al governo del Giappone, l’unica nazione ad aver sperimentato l’orrore nucleare durante un conflitto, di adempiere alle volontà di chi è ancora in vita, aderendo al Trattato per la proibizione degli arsenali atomici”, ha dichiarato durante il discorso di apertura il sindaco della città, Kazumi Matsui.

Un messaggio diretto all’operato del governo che non intende ratificare l’intesa, al pari delle principali potenze, tra cui Stati Uniti e Russia. Nel messaggio che ha seguito le parole di Matsui, il premier Shinzo Abe ha evitato accenni diretti all’accordo del luglio 2017, sostenuto da 122 nazioni ma non da Tokyo, ribadendo di voler agire da mediatore tra le nazioni che possiedono ordigni nucleari e quelle che ne sono sprovviste, aumentando il livello di cooperazione e dialogo, e rimanendo orientato ai principi pacifisti di non utilizzo degli arsenali atomici.

A una successiva conferenza con la stampa Abe ha affermato che “l’accordo di due anni fa non si basa sugli aspetti reali dell’attuale sicurezza globale”.  Gi sforzi per la messa al bando delle armi nucleari, del resto – fanno notare gli analisti – sono stati resi più tortuosi dai recenti sviluppi esterni delle principali potenze del pianeta.

Appena la scorsa settimana, gli Stati Uniti – additando le violazioni della Russia – si sono sfilati dal trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) sottoscritto nel 1987, che proibiva lo sviluppo, la produzione e il dispiegamento di missili balistici o da crociera a corto e medio raggio.

La decisione, unita ad altre questioni spinose – tra cui la ripresa dell’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran – dopo l’uscita dall’accordo di Washington, e lo stallo al processo di denuclearizzazione della penisola coreana, pone seri interrogativi alla validità o meno delle lezioni del passato, convergendo verso una direzione che assomiglia sempre di più a una nuova corsa agli armamenti.

Almeno 50 mila persone erano presenti alla cerimonia per il tradizionale minuto di raccoglimento nel parco del Memoriale della Pace, sfidando la pioggia, assieme ai rappresentanti di 92 nazioni del mondo.

I rintocchi, alle 8:15 in punto delle campane, hanno scandito l’attimo in cui la vita di 140mila persone – quasi esclusivamente civili – venne spazzata via dalla bomba atómica “Little Boy” sganciata dal bombardiere Usa Enola Gay. Tre giorni dopo un secondo ordigno fu utilizzato su Nagasaki, uccidendo altre 74mila persone. Il numero dei superstiti, gli “hibakusha” continua ragionevolmente a restringersi di anno in anno, a poco meno di 146mila e con un’età media di 82 anni e mezzo.

“Il mondo ha un grosso debito di riconoscenza con la popolazione di Hiroshima e Nagasaki”, ha ribadito il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, nel suo messaggio, “Per il loro coraggio e la guida morale dimostrata a ricordarci l’enorme prezzo pagato dall’umanità per le guerre nucleari”.

(di Alessandro Libri/ANSA)

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