Conte frena Salvini dopo la morte del carabiniere: “Noi Stato di diritto”

Il Comandante dei Carabinieri, Generale Giovanni Nistri, riceve il Primo Ministro, Giuseppe Conte,all'ingresso della camera ardente di Mario Cerciello Rega.
Il Comandante dei Carabinieri, Generale Giovanni Nistri, riceve il Primo Ministro, Giuseppe Conte,all'ingresso della camera ardente di Mario Cerciello Rega. ANSA/ANGELO CARCONI - CLAUDIO PERI

ROMA. – L’Italia è uno Stato di diritto. Niente emotività, esiste l’ergastolo. Giuseppe Conte, a mente fredda, torna sulla tragica morte del Carabiniere Mario Cerciello Rega, lanciando un implicito avvertimento al vicepremier Matteo Salvini perché eviti di “cavalcare l’onda delle reazioni emotive”.

Un’esortazione alla sobrietà nel giorno dei toccanti funerali di Rega nel suo Paese, Somma Vesuviana e nel momento in cui il Pd chiede che il governo chiarisca in Parlamento come intenda prevenire la diffusione sui social di bufale “che vengono attribuite alle forze di polizia inficiandone l’immagine”.

Al premier evidentemente non è piaciuta per nulla la reazione a caldo del ministro dell’Interno, quando su twitter chiese per il killer “lavori forzati in carcere finché campa” e ricordò che negli Usa c’è la pena di morte. Di conseguenza Conte ricorda su Facebook che “la nostra legislazione, in caso di omicidio volontario contempla già l’ergastolo e non consente più sconti di pena”.

“Tutto ciò – rivendica – anche per merito di norme più severe introdotte da questo governo”. “Piuttosto dobbiamo ora vigilare affinché tutti coloro che hanno compiti di responsabilità facciano in modo che le norme siano rigorosamente applicate”, aggiunge commentando la controversa foto del sospetto killer bendato: “Riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati”.

Infine rilancia l’impegno del suo governo contro la tossicodipendenza: “In questi momenti chi ha compiti di responsabilità – osserva – fa bene a interrogarsi, in modo serio e responsabile, su quali siano le modalità più idonee a intensificare il contrasto al traffico e allo spaccio di stupefacenti da cui nasce questo delitto”

La puntualizzazione del premier arriva a poche ore dalle esequie del vice brigadiere nella Chiesa Santa Croce di Somma Vesuviana, dove Rega un mese e mezzo fa aveva sposato la fidanzata Rosa Maria. Funerali seguiti in diretta tv da tutto il Paese, ai quali hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i ministri Elisabetta Trenta (Difesa) e Sergio Costa (Ambiente), il presidente della Camera Roberto Fico, il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa in rappresentanza del presidente Elisabetta Alberti Casellati. Con loro anche i sindaci di Roma, dove Rega prestava servizio, Virginia Raggi, e di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno.

Foltissima la rappresentanza dell’Arma, con il comandante generale Giovanni Nistri. Proprio Nistri, intervenendo in una Chiesa gremita e attonita, chiede per un giorno una pausa nelle polemiche attorno a una vicenda che presenta ancora moltissimi punti oscuri. “Giusti i dibattiti ma oggi – è l’appello del Comandante – teniamoli fuori. Evitiamo la dodicesima coltellata”, ai danni di Rega.

Tuttavia, man mano che gli inquirenti tentano di fare chiarezza su uno svolgimento dei fatti ancora poco chiaro, il mondo politico ancora si divide su una vicenda ancora scottante. Di Maio afferma: “quella foto non è bella, sicuramente, ma parlare quasi più del ragazzo bendato che del nostro carabiniere ucciso significa buttarla in caciara”.

Il vicepremier e titolare del Viminale, dopo aver ricevuto gli applausi in Chiesa, sintetizza su Facebook la sua giornata: “Onorato di averti reso omaggio oggi nella Casa del Signore dove ti eri sposato pochi giorni fa, di aver potuto abbracciare tua moglie, di averti ringraziato a nome di tanti Italiani. Quanta tristezza, avrai Giustizia. Ciao Mario, Eroe Italiano”.

Contro Salvini, si schiera Carlo Calenda. A suo giudizio la memoria di Mario Cerciello Rega “si onora onorando la dignità dello Stato che serviva”. “Quello che Salvini non capisce, perché privo di onore e senso dello Stato, è che la foto diffusa rappresenta, prima di tutto, una lesione alla dignità dello Stato italiano e di chi lo serve. Un insulto – conclude l’europarlamentare – al vicebrigadiere Cerciello Rega e all’Arma dei Carabinieri”.

(di Marcello Campo/ANSA)

Lascia un commento