Mattarella: “Io arbitro, non faccio le scelte politiche”

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con i componenti dell’Associazione Stampa Parlamentare, i Direttori dei quotidiani e delle agenzie giornalistiche e i giornalisti accreditati presso il Quirinale per la consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione Stampa Parlamentare
Il Presidente Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con i componenti dell’Associazione Stampa Parlamentare, i Direttori dei quotidiani e delle agenzie giornalistiche e i giornalisti accreditati presso il Quirinale per la consegna del “Ventaglio” da parte dell’Associazione Stampa Parlamentare. (Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Sergio Mattarella torna ancora a parlare del ruolo centrale dell’Unione europea, fuori dalla quale “non c’è futuro per l’Italia”, difendendone la missione. Ma il suo messaggio viene letto in ambienti parlamentari come un avvertimento alla maggioranza gialloverde. “Le istituzioni di governo hanno bisogno di un clima di fattiva collaborazione, lungi dalla conflittualità, per poter assumere decisioni tempestive per la vita del Paese”, ammonisce il presidente della Repubblica alla cerimonia del Ventaglio.

“Il capo dello Stato è arbitro e non compie scelte politiche”, rimarca Mattarella, “ma richiama al rispetto del senso delle istituzioni”. Questo – si rileva ancora in ambienti politici e parlamentari – anche dopo il duro scambio di ieri tra il premier e il leader della lega con le accuse di giochi di palazzo e di tentativi di cambi di maggioranza.

Un monito chiaro in un discorso che va dalle elezioni europee – che aprono “una fase nuova per l’Ue, con una richiesta di cambiamento per una maggiore solidarietà”, specie verso i giovani -, fino ai magistrati e alla libertà di stampa.

Per Mattarella “aver evitato la procedura d’infrazione dell’Ue” ha scongiurato “uno scenario che avrebbe ipotecato pesantemente il futuro dell’Italia”. Invece con il dialogo, da perseguire sempre, si rassicurano gli investitori sull’economia italiana, che per Mattarella nel complesso resta in buona salute.

“Appare sempre più evidente l’esigenza e l’importanza capitale di non essere isolati”, dice il presidente che torna a criticare “i Paesi Ue piccoli e quelli che ancora non si sono resi conto di essere piccoli anch’essi”. Ieri aveva attribuito agli Stati fondatori dell’Unione un concorso di colpa nel rischio di ‘glaciazione’ della vita politica in Europa. Ue e Nato come pilastri, ieri alla Farnesina davanti agli ambasciatori; ancora Europa oggi come ineludibile orizzonte. Mattarella passa quindi alla situazione interna.

“La lunghissima campagna elettorale conclusasi due mesi fa ha creato forti tensioni anche all’interno della maggioranza”, dice, invocando invece “un clima di fattiva collaborazione”. Il Quirinale, sottolinea, “non compie scelte politiche”, che “spettano al Parlamento”, ma rivendica il suo ruolo di arbitro. Una apparente risposta a chi, di recente, ha attribuito al Colle l’intenzione di non convocare elezioni in caso di crisi di governo.

Capitolo toghe: il capo dello Stato ribadisce che “prestigio e autorevolezza della magistratura sono stati lesi da quanto emerso sul Csm”, ma “la sua indipendenza, come la sua autonomia, è un principio basilare della Costituzione” e le sentenze vanno rispettate. Ancora un messaggio alla politica dopo quello severo rivolto ai giudici nel suo recente intervento al Consiglio superiore della magistratura.

Mattarella nel discorso a una platea in gran parte di giornalisti afferma poi che “la stampa va protetta affinché possa informare il popolo” e che “la libertà di informazione deve essere difesa prima di tutto dai cittadini”. A Mattarella va il grazie della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), il sindacato dei giornalisti, per aver ribadito “per l’ennesima volta la centralità dell’articolo 21 della Costituzione, del diritto ad informare e ad essere informati”.

(di Luca Laviola/ANSA)

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