Da Imu e Tasi 22 miliardi. In affitto la metà dei poveri

Appartamento in affitto
Appartamento a Via San Gennaro dei Poveri, Napoli. (Nestoria.it)

ROMA.  – Vivere in affitto? Un affare per poveri. A dirlo è l’Istat che certifica come quasi la metà delle famiglie che paga il canone si trovi sotto la soglia della povertà. Una situazione “particolarmente critica” per l’Istituto di statistica, anche perché si tratta di una spesa che per i nuclei in difficoltà ha un impatto rilevante pari al 35,5% delle uscite.

Quanto ai proprietari, il peso della tassazione immobiliare risulta alleggerito da quando è stata tolta la Tasi sulla prima casa. Oggi si sfiorano i 22 miliardi, ma nel 2015 erano più di 25,5. L’esenzione ha significato quindi risparmi per 3,5-6 miliardi di euro per chi possiede metri quadri. Vista dal fronte delle casse pubbliche però il tutto si tramuta in un ammanco.

La panoramica sul patrimonio abitativo e suoi annessi è stata presentata in commissione Finanze alla Camera, che ha all’esame la proposta per unificare Imu e Tasi. Progetto, con primo firmatario il leghista Alberto Gusmeroli, che in realtà mirerebbe anche a ridurre le imposte per casi specifici.

Per l’Istat l’audizione è stata però anche il momento per approfondire il rapporto tra disagio economico e titolo di godimento dell’abitazione. Ecco che se a livello nazionale solo il 18,7% degli italiani sceglie l’affitto, la percentuale sale al 46,6% restringendo il cerchio ai poveri. Vero è che per quanti ricadono nell’area dell’indigenza la rata media è di 307 euro, oltre 100 euro in meno. Ma l’esborso impatta su bilanci familiari ridotti all’osso.

In generale, poi, rimarca l’Istituto, chi paga la pigione rispetto al “popolo dei proprietari” ha minori risorse da destinare all’abbigliamento, ai ristoranti ma anche ai trasporti o alla salute.

Le differenze regionali non mancano. E, come al solito, quando un fenomeno tocca dei picchi è il Sud a comparire. Un dato su tutti: le famiglie affittuarie del Mezzogiorno sono in povertà assolta in più di un caso su quattro.

“Bisogna lavorare affinché l’affitto non sia solo la modalità di acceso all’abitazione da parte della categorie più svantaggiate ma una forma ordinaria, che favorisca la mobilità delle persone sul territorio, per motivi di studio, lavoro e altro”, dice il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, che non si rallegra per l’abbassamento della tassazione sulle case dopo il taglio della Tasi fatto dal Governo Renzi. “Nel 2011 l’Ici pesava per 9 miliardi. Ora siamo a 22”, lamenta.

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