Teheran avvisa Londra: “Noi i custodi del Golfo”

Nave di guerra britannico
La nave di guerra della Marina Reale britannica HMS Echo (Jorge Guerrero/AFP)

ISTANBUL.  – “L’Iran è stato e sarà il guardiano della sicurezza e della libera navigazione nel GolfoPersico, nello stretto di Hormuz e nel mare di Oman”. All’indomani dell’annuncio britannico sull’organizzazione di una missione a guida europea per garantire la sicurezza navale nello stretto di Hormuz dopo il sequestro della petroliera Stena Impero da parte dei Pasdaran, la risposta di Teheran non si fa attendere.

A frenare il piano di Londra, che agirebbe in accordo con Parigi e Berlino, è direttamente il presidente Hassan Rohani, seguito da un fuoco di fila di avvertimenti dei vertici politici e militari della Repubblica islamica.

“L’Iran non cerca un’escalation delle attuali tensioni nella regione e con altri Paesi, e non inizierà mai una guerra o un confitto”, ha comunque assicurato Rohani, incontrando a Teheran il premier iracheno Adel Abdul Mahdi, il quale ha escluso ogni coinvolgimento di Baghdad in sanzioni contro il vicino sciita.

Con l’ingresso di Boris Johnson a Downing Street, e nonostante un suo possibile avvicinamento alle posizioni di Donald Trump, l’Iran dice di augurarsi una svolta. “Il sequestro da parte del governo May della petroliera iraniana” Grace 1 a Gibilterra “per ordine degli Usa è pirateria, pura e semplice.

L’Iran non cerca lo scontro, ma abbiamo 1.500 miglia di costa sul Golfo Persico. Queste sono le nostre acque e le proteggeremo”, ha ribadito il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif.

Intanto, la diplomazia è sempre al lavoro per cercare una via d’uscita alla crisi. “Una riunione straordinaria” della commissione congiunta dell’accordo sul nucleare iraniano si svolgerà domenica a Vienna a livello di vice ministri e direttori politici su richiesta dai partner europei.

Obiettivo: discutere la “nuova situazione” creatasi dopo che la Repubblica islamica ha iniziato a ridurre l’osservanza di alcuni obblighi, tra cui il rispetto del limite di arricchimento dell’uranio al 3,67%, e cercare di convincere Teheran a fidarsi dell’efficacia dello strumento di pagamento Instex nel contrasto agli effetti delle sanzioni Usa, in modo da indurlo a tornare al rispetto integrale del patto.

Continua in queste ore anche il filo diretto tra Rohani ed Emmanuel Macron. A Parigi è stato inviato come messaggero il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi, con in tasca un “messaggio scritto” da consegnare direttamente al presidente francese.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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