Il mondo invecchia, più over 65 che bimbi sotto 5 anni

Un anziano esegue dei disegni per dei bambini che gli stanno intorno.
Una scuola di vita, che unisce anziani e bambini.

ROMA. – Per la prima volta nella storia, la Terra ha più persone con più di 65 anni che bambini di età inferiore ai 5. Nel giro di un altro paio di decadi il rapporto diventerà due a uno, almeno secondo quanto si legge in una recente analisi di Torsten Slok della Deutsche Bank pubblicato dall’Economist dal titolo “La crescita lenta nelle economie che vanno verso l’invecchiamento non è inevitabile”. Il trend, nota l’Economist, preoccupa gli economisti anche per il conseguente rapido aumento delle pensioni, il rischio di stagnazione e di debolezza della crescita economica.

L’invecchiamento della popolazione mondiale è un fenomeno inevitabile – fa osservare lo studio – ma non chiari sono gli effetti sulle dinamiche economiche. Un rischio derivante dall’invecchiamento della popolazione è che ci siano troppi pochi lavoratori per dare impulso all’economia. In 40 Paesi al mondo i lavoratori sono già in forte contrazione a causa dei cambiamenti demografici.

Ovviamente la crescita dell’età della popolazione comporta un aumento di costi per la sanità e il sistema pensionistico e chi è in età da lavoro è costretto a pagare più tasse. Ma soprattutto a indebolirsi sarebbe la produttività. Uno studio condotto su alcuni Paesi americani, si legge ancora sull’Economist, dimostra con i numeri come questo concetto sia purtroppo realtà.

Inoltre alcuni report dimostrano come le aziende con lavoratori più anziani sono meno desiderose di abbracciare le nuove tecnologie: ciò potrebbe essere dovuto al fatto che sono riluttanti a effettuare investimenti che richiederebbero la riqualificazione dei dipendenti, considerato il periodo più breve durante il quale potrebbero sperare di ottenere un ritorno su quella formazione per coloro che sono vicini alla fine della loro carriera. Le ricerche indicano al contrario che i giovani manager hanno maggiori probabilità di adottare nuove tecnologie rispetto a quelli più anziani.

L’analisi pubblicata dall’Economist suggerisce che l’ afflusso di giovani lavoratori stranieri può aiutare i Paesi con poche nascite in cui l’invecchiamento della popolazione deprime la crescita. Infatti l’immigrazione non solo espanderebbe la forza lavoro e creerebbe nuovi contribuenti, ma significherebbe creare un numero maggiore di aziende più giovani e una maggiore apertura alle nuove tecnologie.

E tuttavia si rileva che le società con molti lavoratori anziani sono anche società con molti elettori anziani i quali sono, in media, politicamente, più conservatori dei giovani e meno inclini a sostenere un aumento dell’immigrazione. Insomma: tra la scelta tra una società dinamica ma non familiare e una statica ma familiare, i paesi più vecchi tendono a optare per la seconda.

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