La linea rossa di banchieri e manager: “No a procedura Ue”

Ingresso della sede dell'ABI a Palazzo Altieri, a Roma.
Ingresso della sede dell'ABI a Palazzo Altieri, a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – La procedura di infrazione va evitata “assolutamente” perché darebbe un colpo, forse definitivo, alla fiducia internazionale per l’Italia ma la sola spinta alla crescita per il nostro paese non è sufficiente e va affrontato di petto il debito pubblico, riducendolo magari con proposte choc di alto impatto. Nella grande sala di Palazzo Altieri, sede dell’Abi, riuniti per l’evento del Messaggero ‘obbligati alla crescita’, industriali, banchieri e manager sono concordi nel chiedere al governo di non far subire al nostro paese lo smacco della procedura, sposando così la linea di difesa innalzata dal premier Conte e del ministro dell’economia Giovanni Tria.

Un evento che farebbe balzare ancora più lo spread, oramai a livello della Grecia e rendendo insostenibile per le nostre finanze o quantomeno molto gravoso l’esborso di interessi. La linea ‘rossa’ non va oltrepassata, dicono a più riprese nella tavola rotonda, il ceo di Pirelli Marco Tronchetti Provera, l’ad di Unipol Carlo Cimbri e il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina il quale rievoca come le dichiarazioni anti euro e anti Ue dei mesi scorsi da parte della maggioranza di governo, salvo poi ritirarsi precipitosamente, abbiano già messo a dura prova la fiducia dei mercati.

E per Cimbri Quota 100 ad esempio, pur condivisibile in linea di principio deve affrontare la realtà dei numeri: una base di lavoratori che scende e un paese che invecchia e che oltretutto non gestisce adeguatamente il tema dell’immigrazione. E Messina a Tria che arriva solo a fine mattinata (reduce proprio dal vertice a Palazzo Chigi con il premier Conte e i due vice Salvini e Di Maio) sciorina la sua proposta ‘sovranista’ di valorizzazione degli attivi pubblici per convogliare lì il risparmio privato e i grandi investitori, italiani ed esteri.

Il ministro, che con Messina ha poi uno scambio di battute alla fine dell’evento, non respinge la proposta che va “approfondita”, sottolinea le difficoltà di cessione di immobili “occupati dalla P.a” e spiega che qualcosa è stata avviata tramite le società del Mef ma si tratta di dimensioni minori. E però per il banchiere il debito va tagliato “oppure il paese rischia la serie B” e nei prossimi anni quei risparmi saranno colpiti “inevitabilmente” da una “patrimoniale”. Su questo il governo deve porre l’attenzione anche se l’ha in gran parte ereditato.

Certo, puntualizza l’ex premier e presidente della Commissione Romano Prodi, ridurlo è possibile “con il mio governo lo abbiamo tagliato di dieci punti” a scapito “però del risultato elettorale”. In ogni caso con l’Europa va mantenuto il dialogo chiede Trochetti. E per il presidente Abi Antonio Patuelli le “distanze non sono incolmabili”, evitare la procedura si deve e si può facendo leva su quegli elementi positivi come le maggiori entrate e i risparmi superiori al previsto. Si vedrà nei prossimi mesi se i paesi Ue (e non solo la Commissione) ma soprattutto i mercati manterranno la fiducia sul nostro paese.

(di Andrea D’Ortenzio/ANSA)

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