Trump mette al bando Huawei, nuovo scontro con la Cina

Il logo della Huawei sulla facciata di un edificio sede
Il logo della Huawei sulla facciata di un edificio sede. (ANSA)

NEW YORK. – Donald Trump mette al bando Huawei negli Stati Uniti per motivi di sicurezza nazionale. Il colosso cinese finisce così nella lista nera Usa del commercio. E questo vuol dire non solo che Huawei non potrà vendere la sua tecnologia negli Usa, ma soprattutto che non potrà acquistare componenti da aziende americane, a meno che queste non chiedano e ottengano una licenza.

La mossa del tycoon apre dunque un nuovo fronte di scontro con la Cina, con la guerra della tecnologia che si va ad aggiungere a quella dei dazi. L’ira di Pechino non si fa attendere, così come quella di Huawei che, opponendosi alla decisione americana, spiega come la mossa dell’amministrazione Trump “non sia nell’interesse di nessuno”. Anzi, mette a rischio migliaia di posti di lavoro in America.

Il decreto Trump, si sostiene, va infatti a colpire nel cuore le attività globali di Huawei. Il colosso cinese usa nelle sue apparecchiature microchip delle americane Qualcomm, Intel e Broadcom e il divieto agli acquisti imposto dall’amministrazione fa venire a mancare a Huawei componenti chiave, con possibili ripercussioni a livello globale. Gli effetti potrebbero essere pesanti per i milioni di persone che nel mondo usano gli smartphone Huawei e per tutte le reti di comunicazione che si affidano al colosso cinese.

A rischio, secondo alcuni osservatori, c’è anche lo sviluppo delle reti 5G nel mondo: la mossa di Trump è “un’opzione nucleare”. “Gli Stati Uniti hanno apertamente detto di essere pronti a una guerra tecnologica con la Cina”, avverte Paul Triolo, esperto di Eurasia, convinto che la decisione del tycoon potrebbe potenzialmente avere conseguenze devastanti per il resto del mondo.

Nel bocciare la mossa della Casa Bianca, Pechino parla senza giri di parole di “abusi” da parte di Washington e mette in guardia: il divieto a Huawei farà restare indietro gli Stati Uniti nella corsa al 5G. “Ci opponiamo all’imposizione unilaterale di sanzioni”, dice il portavoce del ministero del Commercio Gao Feng, commentando il decreto di Trump. Un decreto nel quale si dichiara l’emergenza nazionale sulle minacce alla tecnologia americana e autorizza il Dipartimento del Commercio a “vietare transazioni che pongano rischi inaccettabili”. Da qui l’inserimento di Huawei nell’Entity List americana.

L’affondo di Trump rischia di avere ripercussioni sulle trattative commerciali fra le due superpotenze mondiali, naufragate nelle scorse settimane e per le quali al momento non si intravedere una soluzione. I contatti non sono stati interrotti ma allo stesso tempo non è stata neanche definita una tabella di marcia delle trattative. L’unica certezza è che Trump e il presidente cinese Xi Jinping saranno in Giappone in giugno per il G20 e in quell’occasione potrebbero vedersi faccia a faccia per cercare di sbloccare l’impasse.

Gli Stati Uniti stanno conducendo una campagna anti-Huawei da mesi in giro per il mondo, cercando di convincere gli alleati a scaricare il colosso cinese. Dalla cancelliera Angela Merkel e dal premier olandese Mark Rutte è però arrivato un secco rifiuto al divieto americano a Huawei: non lo seguiremo, è il messaggio inviato dai due leader oggi a Berlino. Un messaggio con il quale l’Europa sembra prendere ancora una volta le distanze dall’America First di Trump.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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