La frenata di marzo, calano industria e commercio

Operaio all'opera in industria metalmeccanica
Operaio all'opera in industria metalmeccanica

ROMA. – Dopo due mesi di rimbalzo, l’economia italiana frena a marzo. Il primo trimestre del 2019 si è chiuso con il ritorno alla crescita (+0,2% il dato del Pil reso noto a fine aprile), ma il miglioramento è in gran parte da attribuire all’andamento della primissima parte dell’anno.

Già a marzo, come mostrano i dati Istat appena diffusi, l’industria ha rallentato il suo ritmo, registrando un calo dello 0,9% rispetto a febbraio. Allo stesso tempo il commercio al dettaglio, indice dietro cui si nascondono i consumi, ha segnato una diminuzione dello 0,3%. Nel trimestre entrambe le rilevazioni restano positive, ma l’inversione di tendenza del terzo mese dell’anno potrebbe preludere ad un nuovo periodo di sostanziale stagnazione, se non di vera e propria nuova contrazione dell’economia.

Da qui la necessità, secondo Confindustria, di agire velocemente e con ancora più decisione a favore della crescita e della produttività delle imprese. I decreti che il Parlamento sta esaminando, lo sblocca cantieri e appunto il dl crescita, rappresentano sicuramente un primo segnale importante, ma per questo non per forza sufficiente. Il governo ha riparato ad alcuni “errori” dell’ultima legge di bilancio ma, ha sottolineato il direttore generale di Viale dell’Astronomia, Marcella Panucci, deve ora anche definitivamente archiviare l’approccio contraddittorio, e a volte addirittura “ostile a chi produce”, che ha portato all’approvazione del blocca-trivelle e della legge sulla class action.

“La politica industriale di un grande paese – ha sintetizzato il presidente degli imprenditori Vincenzo Boccia presentando il nuovo censimento dell’Istat dedicato alle imprese – è fatta di piccoli passi e il decreto crescita e lo sblocca cantieri vanno in questa direzione. Ma ora occorre farne tanti altri”. Per esempio sui Pir, i piani individuali di risparmio che la manovra ha rivisto in senso restrittivo ma che, come successo con il superammortamento e al Mini-Ires, dovrebbero essere ora corretti. Sul dl crescita il giudizio è simile anche da parte degli altri attori del mondo imprenditoriale, ascoltati in audizione alla Camera.

Rete Imprese Italia concorda nel ritenerlo un passo avanti, ma invita comunque il governo a fare di più, così come Alleanza Cooperative che apprezza il recupero delle misure pro-imprese, proponendo però ulteriori incentivi. Dalle Province, la cui persistenza o meno è stata nelle scorse settimane motivo di scontro nella maggioranza, arriva infine la richiesta di maggiori stanziamenti. Un’esigenza accolta dalla Lega con un emendamento allo sblocca cantieri.

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