Pdl: “Compensare i crediti alle imprese”. Monti: “No”

ROMA – Dopo la pioggia di attacchi che il Pdl gli ha riversato addosso, Mario Monti decide di passare al contrattacco. Il Professore mette in chiaro che l’affondo di lunedì in conferenza stampa contro i partiti, che aveva scatenato le ire del Popolo della Libertà, non era rivolto ad Angelino Alfano.
– Non l’ho mai menzionato – precisa Monti che mette in chiaro di non aver mai fatto il nome del segretario del Pdl né tanto meno di aver pensato a lui quando si era definito ”sdegnato” verso chi propone di evadere le tasse. Una premessa, quella del capo del governo, a cui segue un ragionamento che ricalca quanto detto due giorni fa: il Professore ribadisce il suo no alla proposta di compensare le imprese che sono creditrici nei confronti dello Stato (cavallo di battaglia del Pdl) perchè è ”impossibile” da realizzare.
Il premier riconosce comunque al Parlamento la ‘legittimità’ ad approvare un provvedimento sulla compensazione. Ma questo non placa la tensione con via dell’Umiltà. Anzi. A dimostrare come il clima sia ostile nei confronti dell’esecutivo lo dimostrano le votazioni al Senato dove il governo viene battuto su un emendamento (presentato da Lega e Idv) che penalizza le pensioni dei manager pubblici. Il Popolo della Libertà non ha nessuna intenzione di cedere terreno, complice anche il voto amministrativo. Ecco perchè la strategia decisa in un vertice a via dell’Umiltà con lo stato maggiore del partito, e Silvio Berlusconi in collegamento telefonico, è quella di continuare a fare pressing sulla riduzione delle tasse.
Domani sarà presentato il disegno di legge per la compensazione dei crediti alle imprese. Un tema, ci tengono a sottolineare dal Pdl, caro anche al presidente della repubblica Giorgio Napolitano,. Il Capo dello Stato infatti nel suo discorso del primo maggio oltre ad appellarsi alla forze politiche affinchè ”cooperino” per l’approvazione della riforma del lavoro, aveva richiamato l’attenzione sui ”clamorosi” ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese. La linea emersa a via dell’Umilta è dunque quella di non concedere sconti anche se le critiche avanzate dal premier hanno avuto come effetto quello di rinvigorire l’ala più dura del partito che da tempo è in pressing su Berlusconi affinche’ stacchi la spina all’esecutivo.
L’ex premier, a quanto raccontano, avrebbe dato mandato di proseguire la ‘battaglia’ contro le tasse ribadendo però che a Monti non ci sono alternative: verremmo incolpati – avrebbe sottolineato Berlusconi – di portare l’Italia nel baratro nel caso i mercati tornassero a fibrillare. Alfano promette ‘niente sconti’:
– Il governo trovi una soluzione per compensare le imprese creditrici allo Stato oppure – incalza -, noi presenteremo il disegno di legge.
Stesso tono perentorio nel commentare la scelta dell’ex capo del governo di abolire l’Ici:
– E’ stata una scelta giusta che rivendichiamo.
Agli gli attacchi dei pidiellini all’Esecutivo replica Pier Luigi Bersani.
– Dovrebbero stare zitti almeno per un giro – osserva il segretario del Pd che poi chiama in causa il governo chiedendo che accanto all’imposta sulla prima casa definita ”micidiale” si pensi ad una patrimoniale che colpisca ”i grandi patrimoni”. A rasserenare il clima ci prova Pier Ferdinando Casini che si mostra sicuro sulla tenuta del governo:
– Non ho nessuna preoccupazione – dice il leader dell’Udc che non esita a difendere quanto sta facendo il Prof:
– Monti sta lavorando per lo sviluppo, ma non c’È una bacchetta magica per la crescita.

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