Giro: i tifosi italo-venezuelani sognano la vittoria di Aru

CARACAS – Oggi, in Israele, prenderà il via la 101º edizione del Giro d’Italia. La corsa rosa non era iniziata mai cosi lontano dalla propria culla, il Giro sbarca a Gerusalemme. Si inizierà a pedalare in Terra Santa, nel segno di Gino Bartali, l’eroe dei due mondi che usò le gambe per salvare centinia di ebrei questo gli ha permesso anche di diventare cittadino onorario.

Adesso é ora di iniziare a sfogliare il catalogo dei papabili al trono rosa: a sfidare Chris Froome ci sarà l’azzurro Fabio Aru che torna a partecipare al Giro dopo due anni. Non possiamo dimenticarci del campione in carica, l’olandese Tom Dumoulin.

Occhi alla storica partenza, una crono di 9.7 km, che servirá anche in chiave classifica. Lo spettacolo é pronto ad iniziare a girare per questo motivo abbiamo chiesto ad alcuni italo-venezuelani il loro pronostico.

Iniziando con Roberto Esposito: “Froome non mi entusiasma, ma nemmeno Dumoulin. L’olandese ha vinto l’anno scorso un giro altalenante. Spero che il nostro Fabio Aru ci faccia sognare”.

Meno ottimista Luigi Vitale: “Tifo per gli italiani, ma per Aru quest’anno sarà dura salire sul podio. Spero di sbagliarmi e che la preparazione fatta dia i suoi frutti quando serve. Comunque vada, mi godrò il giro dall’inzio alla fine. Anche se sono contro la partenza oltre il confine, si chiama Giro d’Italia non Giro del Mondo”.

Mentre, Carmine Russo ci dice: “Per motivi di lavoro non potrò seguire tutte le tappe, ma tramite alcune app seguirò il Giro. Ma appena arrivo a casa vedrò le repliche, spero che Fabio Aru vinca o che almeno salga sul podio. Occhio a Froome e Dumoulin! Senza dimenticarci dei ciclisti colombiani sempre in zona podio”.

Froome sarà uno dei protagonisti del Giro

Mai nella storia del Giro d’Italia c’era stata una platea così grande. La Corsa rosa sarà raccontata in 21 lingue e trasmessa in 198 Paesi, un record a cui contribuiranno 18 diversi network televisivi. Ed è da primato anche il numero dei giornalisti accreditati, che ha superato quota 2mila, con la presenza delle testate giornalistiche più importanti del mondo: dalla CNN alla BBC, dal Washington Post al Los Angeles Times, dalle principali agenzie internazionali a ESPN, che trasmetterà la corsa in diretta in tutto il Sudamerica. La Rai sarà ancora una volta “host broadcaster” dell’evento.

Gerardo Piccolo fa il punto sul Giro d’Italia: “Chris Froome, il portacolori di Sky, che stavolta sembra intenzionato a provare la doppietta Giro-Tour, a differenza di quanto fatto negli anni passati quando si era riservato esclusivamente alla corsa a tappe francese. Ma io spero che Aru porti a casa la coppa senza fine. Forza Fabio!”.

Lucrezia Di Leo ci dice: “Dumoulin é il favorito! I principali antagonisti dovrebbero essere il britannico Froome e il nostro Fabio Aru. Secondo me si deciderà tutto nelle tappe di montagna. Speriamo che le gambe del sardo reggano e ci regalino la soddisfazione di ascoltare l’inno di Mamelli nell’ultima tappa”.

Vito Castagna va controcorrente: “Tutti parlano di Froome e Dumoulin, ma in questo giro ci potrebbero essere delle possibili sorprese, capeggiato dal francese Thibaut Pinot, sempre alla ricerca della definitiva consacrazione. Con lui l’altro outsider potrebbe essere Miguel Angel López, lo scalatore colombiano che si propone di ripercorrere le orme del connazionale Quintana. Ma ovviamente io tifo per il nostro Aru”.

Con la partenza a Gerusalemme sono 47 le città che hanno ospitato la partenza dei 100 Giri d’Italia fin qui disputati: Milano in 40 occasioni, Palermo e Roma 4, Genova e Venezia 3, Lecce e Torino 2.

Domoulin vuole bissare la vittoria dell’anno scorso

Per la prima volta il Giro d’Italia prenderà il via fuori dall’Europa, oggi in Israele. In totale è la 13ª edizione che parte dell’estero, l’Olanda è il paese che ha dato il via in più di una circostanza, ben 3. Ecco gli altri precedenti fuori dall’Italia: 1965 Repubblica di San Marino; 1966 Principato di Monaco; 1973 Verviers (Belgio); 1974 Città del Vaticano; 1996 Atene (Grecia); 1998 Nizza (Francia); 2002 Groeningen (Olanda); 2006 Seraing, Liegi (Belgio); 2010 Amsterdam (Olanda); 2012 Herning (Danimarca); 2014 Belfast (Irlanda del Nord); 2016 Apeldoorn (Olanda).

Mariano Moscarito, apassionato di ciclismo, ci fa un’analisi sui possibili vincitori della corsa rosa. “Il favorito è sicuramente il britannico Chris Froome. Alle sue spalle Tom Dumoulin, il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia. Tra gli azzurri quello che dovrebbe mantenerci incollati al televisore dovrebbe essere Fabio Aru che ritorna dopo due anni di assenza, la prima per scelta personale e la seconda a causa di un infortunio. Nel 2013 il ciclista sardo si era piazzato terzo e l’anno successivo secondo ed è per questo motivo che io penso che può salire sul gradino più alto del podio. Un altro favorito è Esteban Chaves che nel 2016 perse l’ultimo giorno la maglia rosa per pochi secondi e la consegnò a Nibali”.

Davide Berretta: “Quest’anno la Coppa senza fine debe restare in Italia! Forza Aru! Facci sognare!”.

Filippo Cantelmo: “Sul podio del giro vedo Aru, Froome e Domoulin. Spero che il gradino più alto sia occupato dall’azzurro”.

Fino al 1960, con alcune sporadiche eccezioni, il Giro si è concluso a Milano, una tradizione che si è rinnovata dal 1990. In tutto, il capoluogo lombardo è stato teatro del gran finale per 75 volte, l’ultima nel 2015, l’anno dell’Expo. Sono 17 le città che hanno recitato il primo atto della corsa, più un Passo, lo Stelvio. Il 27 maggio la carovana chiuderà la sua “tournèe” a Roma come nel 1911, nel 1950 e nel 2009, per il centenario della kermesse, vinta da Denis Menchov. Ma che paura per il russo nella Capitale: in una giornata caratterizzata dalla pioggia scivolò sui sampietrini a poche centinaia di metri dal traguardo previsto al Colosseo (la cronometro partiva dall’Altare della Patria), ma il vantaggio accumulato su Danilo Di Luca si rivelerà sufficiente per il trionfo in classifica generale.

Nicola Guerra non é tanto ottimista per il ciclismo tricolore: “La vedo dura per il nostro Aru, ma spero che nella lite Froome-Domoulin riesca a spuntarla l’italiano. Come dice un famoso proverbio: tra i due litiganti il terzo gode!”.

Francesco Amato usa poche parole: “Vincerà Fabio Aru! Poi se spunta un altro italiano e vince non mi arrabbio”.

Soltanto tre ciclisti sono riusciti nell’impresa epica di conquistare 5 volte la corsa in rosa: Alfredo Binda (tra il 1925 e il 1933), Fausto Coppi (tra il 1940 e il 1953) e il “Cannibale” Eddy Merckx, che vinse tra il 1968 e il 1974. A quota 3 troviamo Gino Bartali, Fiorenzo Magni, Giovanni Brunero, Carlo Galetti, Felice Gimondi e Bernard Hinault.

Il record delle vittorie di tappa nel Giro d’Italia appartiene invece a Mario Cipollini, con 42: il velocista toscano superò Binda a Montecatini il 19 maggio 2003. Sempre Binda conserva il primato di tappe vinte consecutivamente (8, nel 1929) e la percentuale di tappe nello stesso Giro: 12 su 15 nel 1927, l’80%. Nel complesso sono 64 i vincitori, di 13 nazionalità diverse: Italia a 69, Belgio 7, Francia 6, Spagna 4, Svizzera e Russia 3, Lussemburgo 2, Canada, Olanda, Irlanda, Svezia, Stati e Colombia a 1. Le squadre con il maggior numero di trionfi finali sono Legnano (13), Bianchi (6), Maino e Molteni (4).

E’ tutto pronto! Speriamo che i ciclisti con le loro pedalate ci regalino gare affascinanti che ci mantengano incollati al divano.

(di Fioravante De Simone)

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