Aumenta la fame nel mondo, in 124 milioni sono a rischio vita

Aumenta fame nel mondo
Covid, aumenta fame nel mondo (foto ANSA)

ROMA – Aumenta la fame nel mondo e mette sempre più a rischio la vita. Sono 124 milioni le persone in 51 Paesi che si trovano in una situazione di crisi alimentare tale da aver bisogno di un’azione umanitaria urgente. A far arretrare il pianeta, dopo decenni di politiche che avevano portato a un miglioramento, sono stati i cambiamenti climatici e i conflitti.

E’ quanto emerge dal rapporto del Fsin, la Rete di informazione sulla sicurezza alimentare, struttura composta da diversi enti internazionali tra cui Ue, Unicef, Fao e Pam. Il rapporto sottolinea come le crisi alimentari siano sempre più determinate da cause complesse come i conflitti, gli shock climatici estremi e i prezzi alti degli alimenti di base.

Le situazioni di conflitto rimangono il fattore principale alla base della grave insicurezza alimentare in 18 paesi, 15 dei quali sono in Africa e Medio Oriente. E costituiscono la causa primaria per la maggior parte dei casi di insicurezza alimentare acuta nel mondo, toccando il 60 per cento del totale (74 milioni di persone). I disastri climatici (soprattutto la siccità) hanno portato crisi alimentari in 23 Paesi, due terzi dei quali in Africa, e hanno trascinato nell’insicurezza alimentare grave 39 milioni di persone.

Il peggioramento della situazione è legata allo scoppio o all’acuirsi dei conflitti e dell’instabilità in Paesi come il Myanmar, la Nigeria nord-orientale, la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan e lo Yemen. Condizioni prolungate di siccità hanno invece causato il susseguirsi di raccolti scarsi in Paesi già colpiti da alti livelli di insicurezza alimentare e malnutrizione in Africa orientale e meridionale.

Secondo il rapporto, nel 2018 i conflitti continueranno a causare crisi alimentari in Paesi come l’Afghanistan, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica Democratica del Congo, il Nord Est della Nigeria, la regione del Lago Chad, il Sud Sudan, la Siria, lo Yemen oltre alla Libia e il Sahel centrale (Mali e Niger).

Lo Yemen rimarrà il Paese con la crisi alimentare più grave al mondo. La situazione qui è prevista in peggioramento. Inoltre, l’impatto di condizioni climatiche particolarmente secche sui raccolti e sulla produzione animale porterà a un inasprimento della situazione in zone pastorali della Somalia, dell’Etiopia sud-orientale, del Kenya orientale, in Africa Occidentale e del Sahel, incluso Senegal, Chad, Niger, Mali, Mauritania e Burkina Faso.

“Di fronte a disastri causati dall’uomo e dalla natura, dovremmo forgiare una risposta globale più robusta e strategica alle crisi alimentari”, spiega Christos Stylianides, commissario europeo per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, in occasione della presentazione del Rapporto a Roma. Per Neven Mimica, commissario europeo per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo, “le crisi alimentari sono destinate a diventare più acute, persistenti e più complesse”.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che “sta a noi ora agire per rispondere ai bisogni di chi affronta ogni giorno la maledizione della fame e per affrontarne le cause alla radice”. Per il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, “se vogliamo raggiungere Fame Zero dobbiamo riconoscere il rapporto tra fame e conflitti. Investire nella sicurezza alimentare e nei mezzi di sussistenza in situazioni di conflitto salva vite, rafforza la resilienza e può contribuire a sostenere la pace”.

(di Giampiero Valenza/ANSA)

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