“Effetto 4 marzo” pesa sul voto amministrativo in Molise e Friuli

ROMA. – Riflettori accesi sulle amministrative di primavera, destinate a essere un nuovo banco di prova per confermare o smentire il livello di partecipazione al voto e i flussi elettorali. Quindi, anche se con una valenza diversa rispetto alle politiche del 4 marzo, la riapertura delle urne costituirà un test impegnativo, visto che riguarda l’Italia da Nord a Sud, con due regioni geograficamente molto distanti tra loro – Molise e Friuli Venezia Giulia – e quasi 800 comuni (778), tra cui 21 città importanti (Teramo, Avellino, Udine, Viterbo, Imperia, Brescia, Sondrio, Ancona, Barletta, Brindisi, Catania, Messina, Ragusa, Siracusa, Trapani, Massa, Pisa, Siena, Terni, Treviso e Vicenza).

Le amministrative 2018 si svolgeranno tra il 15 aprile e il 15 giugno, in attesa di un decreto del ministro dell’Interno che fisserà una data precisa, con una possibile preferenza per un election day. Le regioni a statuto speciale potrebbero invece optare, come di consuetudine, per un calendario proprio.

A livello regionale gli schieramenti paiono già ben delineati in Friuli Venezia Giulia (dove si voterà il 29 aprile), diversamente dal Molise (22 aprile). Nella prima ci sono ancora dubbi su una possibile candidatura a governatore del leghista Massimiliano Fedriga, opzione che dovrà superare anche il vaglio degli alleati di coalizione, prima su tutti Forza Italia.

Nel Pd già fatto invece il cambio del testimone tra l’uscente Debora Serracchiani (eletta alla Camera) e il suo vicepresidente Sergio Bolzonello, che quindi guiderà la candidatura dem alla presidenza della Regione con il sostegno delle liste Cittadini e Slovenska Skupnost. Trattative sono in corso anche con LeU e con Open Fvg, Radicali, Verdi e Civica Popolare.

I 5 Stelle, che il 4 marzo sono risultati essere la seconda forza politica in Fvg per numero di preferenze dopo la Lega, candideranno il ricercatore al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Trieste, Alessandro Fraleoni Morgera.

Quasi tutto fermo in Molise. A poco più di 10 giorni dalla presentazione delle liste le coalizioni di centrodestra e centrosinistra non sono ancora riuscite a individuare un candidato a governatore. Caos nel centrodestra, dove ha destato scalpore in giornata la retromarcia innestata da Enzo Di Giacomo, presidente del Tribunale di Isernia, già indicato da alcuni partiti e liste civiche come un possibile candidato.

Non vanno meglio le cose a centrosinistra, dove nello scorso fine settimana il presidente della Regione Paolo di Laura Frattura (Pd) e Roberto Ruta (Molise 2.0) hanno annunciato di non voler candidarsi. E prima di loro venerdì scorso ha annunciato un ‘no’ anche Antonio Di Pietro, che a chiare lettere ha fatto sapere di non essere interessato a una sfida elettorale per il centrosinistra.

Al momento quindi risultano essere soltanto due i candidati formalizzati dai propri partiti: Andrea Greco per il M5S, volto nuovo nel panorama politico della regione, e Michele Marone (Energie per l’Italia), forte del sostegno di 4 liste: Energie per il Molise, Azione civica Molise, Movimento agricolo molisano e Civici d’Italia.

Dalle regionali alle comunali in Sicilia: nell’isola la tornata amministrativa riguarderà 137 comuni, tra cui 5 città importanti, nonché capoluoghi di provincia. In tre dei cinque municipi i sindaci uscenti sono ancora in campo: Enzo Bianco a Catania, Renato Accorinti a Messina e Giancarlo Garozzo a Siracusa; non si ricandida invece a Ragusa il 5stelle Federico Piccitto perché il M5S ha scelto come successore Antonio Tringali.

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