Mistero di Los Roques, si imputeranno le responsabilità

CARACAS – Ci sono già degli elementi per individuare delle responsabilità. Il mistero di Los Roques forse allora non rimarrà un mistero. E sarà fatta giustizia per chi era a bordo dell’aeromobile LET – 410 scomparso più di un anno fa: otto italiani, uno svizzero e tre venezolani, oltre a pilota e copilata.


Ieri la delegazione italiana, giunta a Caracas lunedì, ha incontrato il procuratore che si occupa del caso, José Gregorio Morales, che ha manifestato la propria disponibilità alla piena collaborazione nelle indagini con l’Italia e la Svizzera.


“Morales ci ha assicurato che le indagini proseguiranno – spiega alla ‘Voce’ Riccardo Tropiano, rappresentante legale dei parenti di due vittime, Fabiola Napoli e Stefano Fragione – ed è possibile che l’Italia e la Svizzera contribuiscano finanziando le ricerche. Insieme agli esperti, l’ammiraglio Giovanni Vitaloni e il comandante Mario Pica, abbiamo avuto accesso ai documenti tecnici per capire dove è caduto l’aereo”.


All’indomani dell’incontro con la procuratrice genrale Luisa Ortega Díaz: “Ci è stato ribadito – afferma soddisfatto Tropiano – che le responsabilità verranno imputate anche senza ritrovare l’aereo, quindi già vi sono degli elementi per accertarle”.


Inoltre mercoledì la delegazione composta dagli esperti inviati dalla Farnesina, la sorella di Fabiola, Deborah Napoli, e il suo legale rappresentante, Tro¬piano, hanno incontrato la giunta direttiva dell’Istituto nazionale di aeronautica civile (Inac) per definire il piano delle prossime indagini.


“Gli incontri con i procuratori e con la giunta – afferma alla ‘Voce’ Vitaloni – sono stati molto produttivi. Tutte le proposte che abbiamo fatto alle autorità venezolane sono state accolte. Le prossime indagini saranno infatti più brevi, meno costose e più efficaci”.


“Abbiamo definito con il presidente dell’Inac – spiega in maniera dettagliata Pica – l’iter da percorrere assieme. Innanzitutto è necesario l’ac¬creditamento degli es¬perti che lavoreranno in loco da parte del governo italiano. In seguito sarà circoscritta l’area da perlustrare, poi sarà steso un nuovo progetto di ricerca con il rispettivo costo. Ottenuta l’approvazione del piano dal go¬verno italiano e vene¬zolano, sarà scelta la ditta che eseguirà i lavori di ricerca. Si svolgeranno delle uscite in mare durante 2 mesi per 24 ore al giorno. Se verrà identificato il relitto, verrà recuperato, esaminato e in quel momento interverrà la Procura”.


Il bimotore dell’impresa Transaven era partito il 4 gennaio 2008 da Maiquetia per l’isola del Gran Roque. Non è mai atterato, né si è mai ritrovato un pezzo del velivolo. Sulla riva del mare, solo lo scheletro del copilota. Di Stefano Fragione, Fabiola Napoli, Paolo Durante, Bruna Guerrieri, le figlie Sofia ed Emma, Rita Calanni e Annalisa Montanari, gli altri passeggeri e il pilota, neanche una traccia.


Scomparso l’aereo nei flutti da ormai 16 mesi, il governo italiano ha deciso di far sentire la propria voce, inviando una delegazione, e far smuovere le acque. Fino ad’ora le indagini per trovare un relitto e i corpi delle vittime sono costate al governo venezolano ben 5 milioni di dollari, cento volte il prezzo di un ‘modulo’ sanitario Barrio Adentro.