Salvini: “Giustizia per la Lega. Io premier con i voti di Berlusconi”

Salvini, Io premier
Salvini, giustizia per Lega. Io premier

ROMA. – Invoca giustizia per la Lega e chiede che al suo partito sia “consentito di fare politica”. Dal salotto di Porta a Porta Matteo Salvini non si rassegna alla sentenza di primo grado del tribunale di Genova che ha bloccato i fondi della Lega Nord, e anzi promette battaglia. Nessuna intenzione di fare passi indietro dunque. E la medesima determinazione, il leader dei lumbard la usa per mandare un ulteriore segnale di sfida a Silvio Berlusconi per la leadership del centrodestra: “Sono felice che il Cavaliere prenda voti, mi serviranno per fare il premier”, quasi lo provoca.

Reduce dalla manifestazione di Pontida di domenica scorsa in cui a tenere banco è stata anche l’esclusione di Umberto Bossi dalla lista degli oratori, Salvini ne approfitta per fare chiarezza. Chiama il Senatur “maestro” anche se gli rimprovera indirettamente la situazione in cui si trova ora il partito: “Lui – dice – non si è intascato una lira ma c’è stata una cattiva gestione che sto pagando io”.

Le divergenze con Bossi però riemergono non appena il discorso da personale si sposta sul piano politico. Il progetto di Salvini va oltre la Lega immaginata dall’ex ministro delle Riforme e si colloca in un disegno nazionale che vede lo stesso segretario alla guida della coalizione al posto del Cavaliere: “Sono pronto a fare il premier e anche la squadra è pronta”.

Nessuna intenzione dunque di lasciare lo scettro al leader di Fi che sempre domenica, da Fiuggi, ha fatto fatto intuire di non essere disponibile a passare la mano. La strategia di Salvini però è chiara: Berlusconi non è un avversario da battere, ma un alleato che serve per tornare al governo: “Sono contento che abbia consenso, i suoi voti mi servono per fare il premier”.

E come Giorgia Meloni, anche il segretario della Lega si dice convinto che alla fine si possa arrivare a siglare un accordo che consenta di replicare a livello nazionale le alleanze locali a patto che ci siano regole di ingaggio chiare: “un programma – spiega – e nessuno spazio ai riciclati, no agli Alfano, Cicchitto e Verdini”.

Muro anche all’ipotesi di una lista unica del centrodestra: Ognuno correrà con il suo simbolo se la legge elettorale resta quella attuale e poi si sommeranno i voti, è il piano del leader dei Lumbard. In alternativa, Salvini non chiude la porta a scenari diversi. Parlare ora di un governo non con il centrodestra è prematuro ma non del tutto impossibile.

Sotto la lente di ingrandimento restano sempre i grillini ed una possibile intesa post elettorale partendo, precisa però il segretario leghista “prima dal programma”. Ad ambire però alla guida della coalizione non è solamente il leader del Carroccio, pronta a scendere in campo è anche la leader di Fratelli d’Italia. Domenica, nel corso della conclusione di Atreju la festa del partito, Meloni lancerà la sua sfida per la guida del centrodestra ai due alleati: “Io – anticipa presentando la kermesse di Fdi – sono in campo, non ho paura”.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

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