Renzi rilancia il Lingotto e frena la sinistra. Pisapia: “Avanti”

Matteo Renzi durante la seconda giornata di lavori della kermesse organizzata da Matteo Renzi al Lingotto, Torino, 11 marzo 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
Matteo Renzi durante la seconda giornata di lavori della kermesse organizzata da Matteo Renzi al Lingotto, Torino, 11 marzo 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Il Lingotto, non le coalizioni. Matteo Renzi non devia dal suo percorso. Lo chiarisce alla presentazione del suo libro a Roma, a 24 ore dalle frasi che a Milano avevano fatto pensare a un’apertura a una discussione sul centrosinistra largo. A quel progetto lavora la minoranza Dem, in asse con Giuliano Pisapia. E anche nella maggioranza Pd si fa più nutrita la pattuglia di chi vorrebbe riaprire il discorso legge elettorale a settembre, magari proprio con le coalizioni.

Il vicesegretario Pd Maurizio Martina parla di “alleanze da costruire sui programmi, anche a prescindere dalla legge elettorale”. Ma Renzi, che ha affidato ai suoi “collaboratori della segreteria” di gestire quando sarà il momento la partita, per ora taglia corto: “Noi possiamo stare due ore a discutere di coalizione, ma io la coalizione la voglio fare con i cittadini che hanno a cuore l’Italia”, scandisce.

E a stretto giro riceve la risposta a distanza di Pisapia. Il leader di Campo progressista, dopo gli incontri prima a Roma e nuovi incontri poi a Milano, afferma in una nota che va avanti la costruzione di “un nuovo soggetto politico che sia in grado di assumersi la responsabilità di cambiare e governare questo Paese”. A smentire i rumor su divergenze con Mdp sul processo costitutivo di Insieme, l’ex sindaco parla di “impegno comune” sul manifesto “sulle nostre priorità” e di “coordinamento tra tutti i soggetti partecipanti”.

“Prendiamo lo stile di Veltroni e i contenuti del Lingotto. Il Pd di allora pensava a un centrosinistra che promuove la crescita. Le idee del 2007 sono ancora efficaci”, replica Renzi, riportando ai tempi della “vocazione maggioritaria”. Il segretario presenta il suo libro nel centro commerciale I Granai, alla periferia di Roma (in fila per farsi firmare una copia anche il ministro Madia), dopo aver riunito la segreteria al Nazareno proprio per lanciare l’organizzazione della conferenza programmatica del Pd dal 12 al 15 ottobre. Prima di allora, la speranza è portare a casa lo ius soli su cui il Pd, con Giusi Nicolini, conferma l’impegno.

“Lo so che fa perdere consenso ma è un dovere”, ribadisce Renzi. Ma sul rinvio rinuncia alla polemica: “Io sto con Gentiloni, non lo attaccherò mai”. All’indomani delle dimissioni di Costa dal governo, è alta la preoccupazione nel Pd per l’autunno che verrà. Ma Gentiloni, che per ora terrà l’interim agli Affari regionali che Ap rivorrebbe per un suo ministro, predica calma. E Renzi, guardando al voto “nel 2018”, si mostra interessato ad altro più che non agli equilibri parlamentari: il tour in treno e il decennale del Lingotto.

Il segretario incassa il “no alle scissioni” di Gianni Cuperlo, che dopo l’incontro con Pisapia, parla di un lavoro da fare “ciascuno dalla sua casa e con le sue convinzioni ma uniti nella volontà di fermare i valori e le ricette della destra”. “Viva la democrazia interna”, afferma Renzi, dicendo di voler farsi un partito come Macron. E poi invita a non dare niente per scontato: non è vero che la sinistra è divisa e la destra unita. “Berlusconi deve scegliere: vuole essere popolare europeo come la Merkel o populista con Salvini?”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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