Zika: nuove indicazioni su come fare i test alle gestanti

ROMA. – Arrivano dai Centri per il controllo delle malattie (Cdc) americani linee guida aggiornate su come rilevare e interpretare i risultati del test per il virus Zika nelle donne incinte, che vivono, o viaggiano spesso, nelle aree dove è presente.

Il test sulle gestanti si basa su un esame che rileva gli anticorpi di Zika o le proteine che il corpo produce in risposta all’infezione del virus, ma nuovi dati suggeriscono che l’infezione da Zika, simile a quella provocata da altri flavivirus, possa produrre gli anticorpi, che rimangono nell’organismo, anche mesi dopo l’infezione in alcune persone. Quindi il risultato di questi test può non essere affidabile per determinare se una donna è stata contagiata prima o dopo il concepimento.

I Cdc raccomandano ai medici di seguire queste indicazioni nelle donne senza sintomi, ma potenzialmente esposte al virus perchè vivono o hanno viaggiato in paesi in cui è presente Zika. I test possono essere utili, ma non sempre conclusivi nel capire quanto sia recente l’infezione.

L’indicazione per i medici è di fare subito l’esame degli acidi nucleici (nat) alle donne incinte, se sviluppano i sintomi in qualche momento della gravidanza o se il loro partner è risultato positivo a Zika. Il test dovrebbe essere fatto almeno una volta per ogni trimestre della gravidanza per rilevare tracce del virus, a meno che il test precedente sia risultato positivo. Si possono utilizzare anche i campioni ottenuti durante l’amniocentesi, fatta per altre ragioni.

Per le donne che programmano una gravidanza e potrebbero essere state esposte al virus, la raccomandazione agli operatori sanitari è di fargli fare il test per gli anticorpi di Zika prima che rimangano incinte. I risultati del test degli anticorpi fatto prima della gravidanza non possono però essere usati per determinare se è sicuro per una donna rimanere incinta, ma possono aiutare a capire se una donna contrae l’infezione durante la gestazione.

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