Trump: “Rischio di un grande conflitto con Corea del Nord”

WASHINGTON. – “Pensavo fosse più facile fare il presidente”. Donald Trump arriva con questa consapevolezza al test dei primi 100 giorni di presidenza, ma insiste sulla sua linea da ‘negoziatore’ anche su uno degli scenari più delicati con cui la sua amministrazione si confronta, nella partita con la Corea del Nord, in cui ribadisce la crucialità del ruolo della Cina e punta su quel ‘feeling’ innescato con il presidente Xi Jinping per evitare il peggio. Un “grande conflitto” che rimane possibile, dice il commander in chief in una intervista con Reuters.

Mentre Rex Tillerson fa la voce grossa all’Onu, afferma che ‘tutte le opzioni restano sul tavolo” a conferma dell’urgenza del dossier, pur lasciando la priorità alla diplomazia ma spingendo sull’acceleratore nel sollecitare nuove sanzioni. Il segretario di Stato Usa arriva a Palazzo di vetro carico della convinzione che la Cina fa la sua parte nell’esercitare pressioni su Pyongyang fino ad intimare sanzioni in caso di nuovi test nucleari.

Un intervento di Pechino che sarebbe deleterio per l’economia nordcoreana considerato che il 70% degli scambi commerciali della Corea del Nord sono con la Cina. Valido deterrente agli occhi degli Usa che sulla strada delle sanzioni sollecitano anche al Consiglio di Sicurezza dell’Onu:

“Dobbiamo imporre nuove sanzioni su entità ed individui che sostengono il programma nucleare e missilistico della Nord Corea. Non agire immediatamente sulle questioni fondamentali della sicurezza nel mondo potrebbe portare conseguenze catastrofiche”, ha detto Tillerson.

Così è la Cina a balzare nuovamente in primo piano e, assumendo in pieno il suo ruolo sulla strada del negoziato, propone una soluzione su ‘due binari’ sincronizzati in maniera reciproca che punti su denuclearizzazione e un meccanismo di pace.

“Deve essere rafforzata la promozione di colloqui pace. I negoziati sono l’unica scelta praticabile”, ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, a margine della riunione del Consiglio di Sicurezza.

Intanto la Russia – che conta all’interno del consiglio di sicurezza – non fa mancare la sua voce, frenando a sua volta su decisioni troppo precipitose: “L’opzione dell’uso forza in Nord Corea è totalmente inaccettabile, la nostra scelta deve essere quella di utilizzare gli strumenti diplomatici”, ha detto il vice ministro degli esteri russo, Gennady Gatilov. “Le sanzioni non devono essere fini a se stesse – ha aggiunto – e non devono essere usate per soffocare economicamente Pyongyang, né per deteriorare la situazione umanitaria nel Paese”.

Intanto la Corea del Sud ha fatto sapere di non avere in programma una rinegoziazione dell’accordo commerciale con gli Usa o di pagare per il sistema antimissile americano Thaad, dopo che il presidente Trump ha sottolineato che intende modificare o cancellare “l’orribile” e far pagare a Seul un miliardo di dollari per il sistema Thaad.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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