Difesa e cuore non bastano, l’Irlanda beffa l’Italia nel finale

ROMA – Più che un’onorevole sconfitta è stata un’amara delusione. L’Italia è stata ad un passo dalla sua prima vittoria contro l’Irlanda nella storia del Sei Nazioni, ma nel giro di 120 secondi, dal 36’ al 38’ della ripresa, il sogno si è trasformato in un ko che fa male.


La meta di McLean a 4’ dalla fine – al termine di una splendida azione portata avanti anche da Masi e Garcia, con finta di Canale – aveva illuso il pubblico del Flaminio che, impazzito di gioia, per un attimo ha creduto nell’impresa. E’ durata poco, perché in appena due minuti, grazie a un drop del piede magico di O’Gara, 982 punti segnati in test match prima di questa partita, i verdi hanno gelato i tifosi di casa riconsegnando l’Italrugby al ruolo di perdente. Emblematico il ghigno amaro del presidente federale Giancarlo Dondi: “Non meritavano di perdere. E’ bastata un’incertezza, e adesso siamo qui a tormentarci per l’occasione perduta”. Parole da sottoscrivere, ma il fatto è, come ha ammesso Zanni a fine partita, che in quei fatidici istanti, dopo aver effettuato il sorpasso, gli azzurri hanno gestito male il calcio d’inizio dei rivali sull’11-10, non andando a recuperare l’ovale e permettendo agli ospiti di costruire l’azione vincente, un drop ‘di rimbalzo’, del loro calciatore, da poco subentrato a Sexton, il giovane che in Nazionale ne ha ereditato classe e ruolo all’apertura.


L’Italia, che non ha avuto il solito apporto da capitan Parisse e si è praticamente dimenticata di giocare nei primi 25’ del secondo tempo, recrimina anche sulla mancata trasformazione di Mirco Bergamasco (‘kicker’ da 2/4) dopo la meta di McLean, e sulla doppia decisione al 63’ di non calciare su penalità a favore andando a giocare la mischia. Può invece consolarsi con la constatazione che questa Irlanda non sembra una squadra di marziani, e più che la forza numero 5 del mondo, come da ranking Irb, ha dimostrato di essere alquanto pasticciona.


Ha sprecato almeno quattro possibilità di meta, anche se in due casi si deve parlare di bravura degli azzurri, con Sgarbi che ha placcato su Sexton e McLean che è riuscito a salvare su O’Driscoll. Sulla continuazione di questa fase offensiva, Earls prima e D’Arcy subito dopo si sono goffamente lasciati sfuggire l’ovale. Ma, anche se hanno in squadra una generazione al declino, c’é da scommettere che gli irlandesi torneranno ad essere rivali temibilissimi nell’occasione che più conta, quella d’inizio ottobre del Mondiale neozelandese, quando avranno recuperato qualche infortunato eccellente e l’Italia riproverà a fare quel che non le è riuscito al Flaminio.


Sabato prossimo ci sarà l’impegno più duro, anzi l’esame impossibile, contro l’Inghilterra favorita di questo Sei Nazioni e che, tanto per cominciare, sabato è andata a battere il Galles.