Harakiri della Roma a Marassi

GENOVA – Da tre a zero a tre a quattro. Novanta minuti per fare e disfare, per pensare di vincere e poi perdere male. Anzi malissimo. Un disastro per la Roma a Marassi, nemmeno mitigato dalla classe che quando c’é si vede ma dovrebbe anche cominciare a rendere qualcosa. Un rospo da inghiottire, questo 4-3 grosso così e mentre la Roma prova a ingoiarlo e Ranieri rischia grosso, il Genoa scrive una pagina della sua storia.


Della Roma, ovvero come trasformare un 0-3 in un 4-3 senza fatica alcuna. La sfida col Genoa poteva finire in mille modi diversi, ma questo sembra essere quello più giusto perche i giallorossi, nella ripresa, hanno perso il senso delle cose, si sono letteramente smarriti e il Genoa ha trovato il modo di trasformarsi e diventare una squadra vera: forte, aggressiva, veloce e soprattutto concreta.

La partita inizia con una splendida Roma che sembra aver operato un’alchimia, trasformando la rabbia e i problemi interni alla squadra in energia e forza motrice. Forte di un caposaldo quale è Francesco Totti (uno dei pochi giocatori italiani che in un calcio fisico e muscolare può fare la differenza anche camminando), la squadra di Ranieri non concede spazi al Genoa. Vero è che se anche ci fossero, gli spazi, nel primo tempo i rossoblù non sono in grado di prenderne possesso. Dunque la Roma parte lancia in resta: al 4’ su cross di destra di Simplicio, Borriello di testa conclude addosso a Eduardo e a porta vuota liscia il tap in. Il Genoa ci prova ma manca di profondità, anche perché Floro Flores sembra non essere in giornata e Julio Sergio invece sì. I primi due gol della Roma – due colpi di testa di Mexes e Burdisso – sono ispirati da capitan Totti con due passaggi che, se ci fosse ancora Boskov, potrebbero essere definiti “palla con occhi”.
Si va negli spogliatoi con la sensazione che l’operazione ‘Ce la facciamo’ della Roma sia avviata e poggi su basi certe.

Nella ripresa, Totti sceglie di farsi un gol per conto suo: parte in contropiede, passaggio a Borriello che, da sinistra in area, restituisce la cortesia al capitano che di sinistro rasoterra batte sulla sinistra Eduardo. Poi che succede? Il Genoa si sveglia e decide che forse è il momento di reagire e si trasforma in un ciclone. Un minuto dopo il sigillo di Totti, Palacio accorcia le distanze: su lancio lungo fa da torre per Floro Flores che anticipa Julio Sergio e dà all’indietro a Palacio che di destro infila in diagonale. Il Genoa ci crede e al 22’ un lancio smarcante di Floro Flores trova Paloschi solo soletto in area: controllo di petto e sinistro che batte Julio Sergio. Ranieri fa i conti e cerca di rinforzare la difesa facendo uscire Borriello e inserendo Loria.

Scelta che si rivelerà sbagliata, se è vero che Loria pur salvando Julio Sergio una volta sul tiro di Palacio, dimentica la tecnica del fuorigioco su Paloschi che segna la rete del pareggio. Il Genoa adesso vede rosa e la Roma vede nero. Sulla testa dei giallorossi si scatena un ‘iradiddio’.

Il Genoa ha trovato il sentiero che porta al gol e la difesa giallorossa si sfalda. E’ ancora Paloschi che fa saltare per aria il Ferraris: lancio di Criscito sulla sinistra per Palacio, che rimette in mezzo per Paloschi, che da due passi insacca a porta vuota. Julio Sergio imperdonabile, ma anche la difesa romanista si deve fare domande esistenziali. Se è vero che Ranieri aveva in mente il modello Arsenal c’é da chiedersi se era il modello riferito alle rimonte.

La Roma ha subito otto in 30 partite, davvero un bel record. Ma non c’é modo di chiedere commenti giallorossi, visto che la Roma se ne va in silenzio stampa accompagnata soltanto dall’eco di un manipolo di ultras imbufaliti e dai festeggiamenti del Grifone. Cosa deciderà di fare la nuova proprietà della Roma della panchina di Ranieri non è dato sapere. Ma probabilmente non si aspetterà Bologna.